Dortmund-PSG (1-0): Parigi ancora lontana dal suo sogno

Dortmund-PSG (1-0): Parigi ancora lontana dal suo sogno
Dortmund-PSG (1-0): Parigi ancora lontana dal suo sogno
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Se il PSG dovesse raggiungere la finale di Champions League, bisognerà ricordargli che si giocherà in una partita unica. La settimana successiva non è prevista alcuna sessione di trucco. In Coppa dei Campioni tende a trascurare la prima delle due gare, riproponendo contro il Dortmund lo stesso meccanismo che contro il Barcellona nell’andata dei quarti di finale. Una disinvoltura fastidiosa che non corrisponde ai codici del test che richiede un’anima in più permanente. Non sempre ha preso la misura dell’evento, moltiplicando le disattenzioni, le sostituzioni discontinue o le offensive senza mordente. Paris ha preparato il suo pasto con un coltello che non taglia, complicando la questione.

Nonostante tutte le sue rinunce, il PSG avrà il diritto di sognare martedì prossimo la sua seconda finale di C1 in quattro anni, a patto che decida di mettere finalmente ingredienti e gol. Più determinato nella ripresa ma con il timore permanente di subire un secondo controgol fatale (dopo quello del Füllkrug al 36′), ha visto nella stessa azione Kylian Mbappé e Achraf Hakimi trovare il palo sinistro e poi quello destro (52esimo) come un riassunto della sua performance traballante e talvolta legnosa. E Ousmane Dembélé manda un regalo di Achraf Hakimi nel vuoto della notte. Questa semifinale d’andata è stata un enorme fallimento contro un avversario che non sembrava più forte del Barcellona, ​​eliminato nel turno precedente.

Non proprio uno shock da Champions League

Dortmund e PSG da tempo ci facevano dubitare, con il possibile spostamento dell’Europa League a mercoledì. In ogni caso, la loro avversaria non somigliava propriamente ad una sfida di Champions League, tanto meno ad una semifinale, molto lontana dal Bayern Monaco – Real Madrid del giorno prima, intenso e sfrenato. Invece il Borussia ha giocato sul sicuro, rifiutando il primo quarto d’ora di pressione sul Paris, quel vento di follia con cui inizia la partita una squadra di casa, trasformata in un allenatore un po’ assonnato. Difficoltà a far uscire i palloni, a servire i tre attaccanti, anche a effettuare una rimessa laterale per un compagno con quasi tutte le palle restituite all’avversario o a prendere un corner tra Ousmane Dembélé e Fabian Ruiz in stile 7a compagnia.

I parigini sono fuggiti dal loro livello con uomini al di sotto del loro livello – Ousmane Dembélé, Bradley Barcola, Warren Zaire-Emery, Fabian Ruiz, Achraf Hakimi -, il resto molto nella media e possesso palla senza accelerazione, incapace di sconcertare il blocco del Dortmund . Hanno addirittura dato la sensazione di rilanciare i tedeschi da soli, bloccati nella paura di sbagliare, in uno stile goffo e con poche idee davanti, se non quella di affidare a Jadon Sancho il compito di trovare i difetti sulla fascia sinistra della difesa. È infine un pallone profondo quello che ingannerà Gianluigi Donnarumma, con una gestione degli spazi dietro la difesa parigina che chiama fuori. E Marquinhos che copre. E Lucas Hernandez che si è infortunato al ginocchio durante l’azione.

Dobbiamo trovare la luce

La qualificazione di Barcellona aveva stabilito che individui forti permettevano al collettivo di ritrovarsi in una stagione tranquilla. Questo Dortmund-PSG ha riportato sfortuna e inadeguatezze, con troppi dirigenti sotto e un cambio forzato per Luis Enrique, che ha lanciato Lucas Beraldo (40esimo) per sostituire il campione del mondo 2018. Il club della capitale non ha perso nel 2024 e l’ha fatto ha appena perso in due settimane contro Barça e Dortmund. Il suo cammino verso la finale resta un cammino di croce ma resta ancora uno spazio, un passaggio, una porta d’uscita nel tunnel in cui si è messo da solo. Ora deve trovare la luce.

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