Più di mille persone si sono radunate a Uccle per sostenere gli ostaggi israeliani

Più di mille persone si sono radunate a Uccle per sostenere gli ostaggi israeliani
Più di mille persone si sono radunate a Uccle per sostenere gli ostaggi israeliani
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Almeno 1.500 persone, secondo i dati degli organizzatori, si sono radunate domenica pomeriggio a Bruxelles durante una cerimonia in memoria degli ostaggi israeliani.

Su iniziativa del Comitato di coordinamento delle organizzazioni ebraiche del Belgio (CCOJB), l’incontro si è tenuto alla vigilia del 7 ottobre, un anno dopo l’attacco senza precedenti di Hamas. Il messaggio voleva essere chiaro: “Non ci fermeremo finché non torneranno tutti a casa“.

belga

Con palpabile emozione, l’evento è iniziato alle 16:30 a Uccle, nella tenuta di Latour de Freins. Il CCOJB, BringThemHome Belgium e il Forum der joodse organizaties (FJO) sono stati tra gli altri tra gli organizzatori di questa cerimonia “cittadina e apolitica”.

Il 7 ottobre 2023, migliaia di terroristi di Hamas e di altri gruppi islamici sono entrati in Israele e hanno massacrato, torturato, violentato e mutilato i residenti delle comunità confinanti con Gaza e i giovani che partecipavano a un festival musicale, provocando la morte di oltre 1.200 vittime civili e il ferimento di migliaia di persone segnate per tutta la vita“, hanno sostenuto gli organizzatori.

Quel giorno, circa 251 ostaggi israeliani – di tutte le età e nazionalità – furono rapiti da Hamas. Secondo gli organizzatori “Oggi sono ancora detenuti 101 ostaggi, tra cui due bambini piccoli, 14 donne e 11 anziani“.

Se sappiamo che sono morti una trentina di loro, sappiamo che gli ostaggi vivi sono tenuti in condizioni disumane: pressioni psicologiche, maltrattamenti, stupri, malnutrizione, privazione di farmaci“, sottolineano le organizzazioni.

Dopo aver osservato un minuto di silenzio, i partecipanti hanno preso parte a discorsi e altri canti. Era presente anche il padre di Alon Nimrodi, ostaggio ancora detenuto a Gaza. Fortemente commosso, è tornato sull’importanza di continuare a mobilitarsi, a fianco di Israele, “tutto il tempo necessario“.

■ Intervista a Natasha Langerman, una delle coordinatrici della cerimonia, al microfono di Simon Breem

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