Venerdì il Primo Ministro si recherà al Puy-de-Dôme
Per Michel Barnier si tratta di giustificare le sue già contestate misure di “risanamento” delle finanze pubbliche.
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I primi passi del governo Barnier
Venerdì, Michel Barnier ha drammatizzato i temi di “crisi finanziaria” che vigila la Francia affinché le forze politiche si assumano le proprie responsabilità in vista del dibattito sul bilancio, mentre la sinistra ha presentato una prima mozione di censura. UN “frenata” Est “indispensabile”. “Altrimenti andiamo dritti verso la crisi finanziaria (…) È davanti a noi, dobbiamo prevenirla”ha avvertito venerdì il Primo Ministro a margine del vertice sull’allevamento di Cournon-sur-Auvergne, nel Puy-de-Dôme.
Martedì, nella sua dichiarazione di politica generale, aveva già denunciato un debito “colossale” riscontrato all’arrivo a Matignon e un deficit pubblico superiore al 6% del PIL quest’anno.
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Per Michel Barnier si tratta di giustificare le sue misure “riparazione” finanze pubbliche già contestate, che rappresenteranno 60 miliardi di risparmi nel prossimo bilancio, di cui 40 miliardi di riduzioni di spesa e 20 miliardi di tasse aggiuntive. “Abbiamo trovato tanti impegni, tante promesse” Di più “meno soldi”ha sottolineato il Primo Ministro, prendendo di mira ancora una volta il primato dei suoi predecessori macronisti, che sono anche suoi alleati all’interno di una fragile coalizione di governo.
Per questo motivo, “il bilancio sarà molto limitato perché ci troviamo in una situazione finanziaria estremamente grave” che mette in discussione “la credibilità della Francia e la sua capacità di contrarre prestiti a tassi ragionevoli”ha inoltre sostenuto.
Minuto per minuto
Michel Barnier usa questo termine “crisi finanziaria” all’alba di una settimana cruciale. Giovedì 10 ottobre il governo presenterà il suo bilancio. Due giorni prima, il Primo Ministro dovrà affrontare una prima mozione di censura. Il testo è stato presentato venerdì dalla sinistra.
Un avvertimento perché il governo ha pochissime possibilità di cadere, dato che il Raggruppamento Nazionale ha fatto sapere che non lo voterà. È stato firmato da 192 deputati del Nuovo Fronte Popolare e sarà difeso davanti all’Assemblea Nazionale dal primo segretario del PS Olivier Faure.