dopo un giorno di assenza, Dominique Pelicot torna al molo questo martedì

dopo un giorno di assenza, Dominique Pelicot torna al molo questo martedì
dopo un giorno di assenza, Dominique Pelicot torna al molo questo martedì
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È seduto sul banco degli imputati. Dopo essere stato assolto lunedì per motivi medici, Dominique Pelicot è tornato, martedì 1° ottobre, al processo per stupro di Mazan per il quale è processato insieme a 50 coimputati, secondo diversi giornalisti presenti nella stanza.

Lunedì, in apertura della quinta settimana di udienza, il presidente del tribunale penale di Vaucluse, Roger Arata, ha annunciato che Dominique Pelicot, “sofferente”, era stato dispensato a sottoporsi a “un intervento medico nel pomeriggio”.

Il 71enne era già stato sottoposto ad accertamenti venerdì. Il suo avvocato, Me Béatrice Zavarro, ha detto domenica all’AFP che “è andata bene”, aspettandosi che il suo cliente fosse presente lunedì.

Sezionate le personalità di sette coimputati

Il processo, iniziato il 2 settembre e che sarebbe dovuto durare fino al 20 dicembre, era già stato sospeso per due giorni a metà settembre a causa dell’assenza di Dominique Pelicot, che non stava bene.

In sua assenza, la corte ha quindi iniziato questo lunedì ad affrontare i casi di un terzo gruppo di coimputati, sette dei cinquanta uomini che Dominique Pelicot aveva invitato su Internet, per dieci anni, da luglio 2011 a ottobre 2020, a venire e violentare la moglie, dopo averla drogata con ansiolitici. Fino ad allora erano stati studiati i casi di dieci coimputati.

La maggior parte di loro è perseguita per stupro aggravato e rischia fino a 20 anni di reclusione penale. Diciotto degli imputati, tra cui Dominique Pelicot, risultano detenuti. Altri trentadue risultano liberi, l’ultimo, in fuga, processato in contumacia.

Uno degli imputati è venuto a casa Pelicot sei volte

In attesa che i sette uomini vengano interrogati, presumibilmente giovedì, alla presenza di Dominique Pelicot, la corte ha cominciato analizzando le loro personalità e i loro percorsi di vita. Jérôme V., 46 anni, ex impiegato in un negozio di alimentari, è uno dei principali imputati in questo processo straordinario. Secondo l’accusa, è uno dei quattro uomini che si sono recati sei volte nella casa coniugale della coppia a Mazan (Vaucluse), nel sud-est della Francia, nel 2020, per violentare Gisèle Pelicot.

Bambino vittima di “violenza psicologica e verbale” da parte dei genitori, è “pragmatico e utilitaristico nel rapporto con gli altri”, ha spiegato la ricercatrice della personalità Elisa Scheidt. Appassionato di “escursioni e relazioni extraconiugali”, aveva una “sessualità frustrata, che lo portava a cercare soddisfazione altrove”.

Il tribunale ha parlato anche di Simone M., 43 anni, operaio edile dopo 12 anni tra i cacciatori alpini. Presentato come “una persona facilmente influenzabile, ingenua”, sarebbe “sprofondato nell’alcol” a causa di una vita di coppia giudicata da chi lo circondava “squilibrata e disarmonica”.

Una prima condanna per tre stupri

Adrien L., 34 anni, proveniente da un contesto familiare “molto stabile”, presenta “grande fragilità narcisistica”, secondo l’investigatrice Marianne Douteau. Descritto come un “mitomane” e “geloso” da un ex compagno, è in carcere dal 2020 ed è già stato condannato a 14 anni di carcere per tre precedenti stupri delle sue concubine.

Lunedì la corte ha avviato anche indagini sulla personalità di altri quattro imputati: Thierry P., un artigiano del freddo di 61 anni, anch’egli incriminato per possesso di immagini pedopornografiche; Jean T., 52 anni, alias “Bill”, ex roofer, descritto da chi lo circonda come “disponibile, coraggioso e gentile”; Redouane E., 55 anni, infermiera liberale con “molti bisogni sessuali”; o infine Thierry P., 54 anni, ex muratore caduto nell’alcolismo dopo la morte del figlio diciottenne in un incidente stradale.

I dibattiti sono ripresi questo martedì alle 9, con l’udienza dei tre psicologi che hanno esaminato questo gruppo di sette imputati.

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