Giornata mondiale Alzheimer: le aspettative delle famiglie

Giornata mondiale Alzheimer: le aspettative delle famiglie
Giornata mondiale Alzheimer: le aspettative delle famiglie
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Supportare un familiare affetto da Alzheimer è una vera sfida. Bisogna avere pazienza e, soprattutto, allenarsi per avere le competenze necessarie. Il 21 settembre di ogni anno si celebra la Giornata mondiale dell’Alzheimer. Una giornata organizzata anche qui, a Mataiea, dall’associazione Polynésie Alzheimer. Ha permesso alle famiglie di scoprire i diversi tipi di assistenza disponibili.

Ismaël Tahiata / Editoriale Polinesia La 1ère


Pubblicato il 21 settembre 2024 alle 17:26

Con l’Alzheimer, è un’unione difficile da gestire quotidianamente. In prima linea: la famiglia. Heremoana Teiho è proprio nel mezzo. Sua madre ha ricevuto di recente la diagnosi. Si confida con loro sulla loro difficile vita quotidiana: “Litighiamo sempre. Ogni volta è la stessa cosa, poi salta, tutti vanno a casa. Ecco perché sono venuto oggi, per poter imparare un po’ di più sulla malattia. E anche per imparare qualcosa sulla tutela..”

Molte famiglie si rivolgono al caregiver. Fornisce un supporto adattato al paziente. Ma non tutti possono essere caregiver.CÈ capendo cos’è la malattia che possiamo aiutare meglio il paziente. E la formazione ci ha permesso di avere attività concrete per mostrarci esempi. Per mostrarci cosa potremmo incontrare durante l’evoluzione della malattia.” testimonia Christiane Fougerouse, lei stessa assistente.

Non esiste una cura per l’Alzheimer. Ma possiamo rallentarne gli effetti. Ci sono soluzioni. Ludmilla Tape è mmembro dell’associazione “Polynésie Alzheimer” e spiega come possiamo fare: “Bene, andiamo dal medico. Facciamo tutti gli esami necessari per stabilire la diagnosi. E lì, il neurologo dà i farmaci necessari. Dovresti sapere che una volta, c’erano quattro farmaci.

Christiane Fougerouse dà qualche consiglio: “C‘è lasciarlo fare da solo il più possibile. Non farlo subito per lui, stimolarlo. In modo che possa farlo il più a lungo possibile. E quando ci rendiamo conto che il paziente non può più mangiare davvero, in quel momento, lo aiuteremo.”

In Polinesia, quasi 3.000 persone soffrono di Alzheimer. Sono tante. Una casa matahiapo potrebbe aiutarle a invecchiare meglio. Teave Chaumette, la presidente onorario dell’associazione “Polynésie Alzheimer”, descrive questa necessità: “un luogo unico dove i Matahiapo avranno tutto a disposizione. Per tutte le malattie, siano esse croniche, Alzheimer e altre, tutti i dottori, tutti gli esami e tutto il supporto psicologico nello stesso posto.

Sostegno, accompagnamento, cura dei pazienti, una lotta che l’associazione “Polynésie Alzheimer” conduce da più di 10 anni.

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