In Portogallo divampano gli incendi e si dibatte anche sulle cause

In Portogallo divampano gli incendi e si dibatte anche sulle cause
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Incendio boschivo a Canas de Senhorim, Portogallo, 16 settembre 2024. PEDRO NUNES / REUTERS

Il vento sta complicando le operazioni di spegnimento degli incendi che da domenica stanno devastando il nord e il centro del Portogallo e hanno causato sette morti, tra cui quattro pompieri. Mercoledì 18 settembre, più di quaranta incendi erano ancora fuori controllo e sono stati mobilitati 5.500 pompieri, 1.700 veicoli e 32 aerei, secondo il sito web della protezione civile. Se il 2024 fosse stato calmo fino ad allora sul fronte degli incendi, con meno di 10.000 ettari bruciati fino alla fine di agosto, da domenica in Portogallo sarebbero andati in fumo più di 72.000 ettari di foresta, secondo i dati provvisori del Sistema europeo di informazione sugli incendi boschivi (Effis) dell’Osservatorio Copernicus. Un bilancio che rischia di aumentare ulteriormente.

Nel Paese iberico ci sono infatti tutti gli ingredienti perché una semplice scintilla possa trasformarsi in un violento incendio: venti forti, con raffiche a 70 km/h, temperature ancora elevate per essere la fine dell’estate, che superano i 30°C, e un tasso di umidità molto basso, inferiore al 20%, in alcuni punti addirittura al 10%.

Questo pericoloso cocktail, ben noto ai meteorologi, aveva spinto il governo a dichiarare, domenica, la “situazione di allerta”. Questa è stata prorogata fino a giovedì sera. Diversi villaggi sono stati confinati e centinaia di persone sono state sfollate. Inoltre, a seguito di un consiglio straordinario dei ministri convocato martedì sera, il “situazione di calamità”, è stato decretato nei comuni colpiti dagli incendi, al fine di accelerare le operazioni di soccorso alle vittime e la ricostruzione delle abitazioni e delle attività commerciali distrutte dalle fiamme.

Sette persone arrestate

“Sappiamo che ci sono fenomeni naturali e circostanze di negligenza che facilitano la nascita di incendi boschivi, ma ci sono troppe coincidenze”, ha affermato il Primo Ministro Luis Montenegro (Partito Socialdemocratico, PSD, centro-destra), affermando la sua intenzione di “per perseguire i responsabili di queste atrocità”. Da domenica sono state arrestate sette persone in relazione a diversi incendi che potrebbero essere stati dolosi.

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La regione di Aveiro, nel nord del paese, in particolare i comuni di Arouca, Agueda, Albergaria-a-Velha e Sever do Vouga, è probabilmente la più colpita dagli incendi, che stanno colpendo anche le regioni di Porto, Viseu, Tamega e Coimbra. Negli ultimi giorni, le immagini di case avvolte dalle fiamme e dei vicini che cercano di spegnerle con manichette o piccoli estintori, così come le file infinite di veicoli che cercano di fuggire, sotto un cielo nero di cenere, hanno fatto rivivere la tragedia del 2017. A giugno di quell’anno, gli incendi boschivi di Pedrogao Grande, i più mortali mai registrati, hanno causato la morte di oltre 60 persone in pochi giorni.

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