Questo mercoledì 10 aprile, Netflix mette online la prima stagione di “Antracite: Il mistero della setta delle scatole”, la sua nuova serie poliziesca con Noémie Schmidt, Camille Lou e Hatik. Vale la pena fare una deviazione per la serie? La nostra recensione.
Di cosa si tratta ?
Nel 1994, il suicidio collettivo di una setta con sede in un piccolo villaggio delle Alpi fa notizia… 30 anni dopo, l’omicidio di una donna assassinata secondo i rituali della strana comunità mette in fiamme gli equilibri precari ritrovati dai abitanti.
Il capro espiatorio ideale, Jaro Gatsi, un giovane delinquente venuto in montagna per rimettere in carreggiata la sua vita, si ritrova presto accusato dell’omicidio. Determinato a dimostrare la sua innocenza, riceve un aiuto inaspettato da Ida, un’eccentrica e ultraconnessa geek che sta cercando il padre scomparso…
Capiranno presto che il loro coinvolgimento in questa vicenda non deve nulla al caso e che le risposte che cercano affondano le radici nei segreti del loro passato…
Antracite: Il mistero della setta delle scatoledisponibile da questo mercoledì 10 aprile su Netflix.
Con chi è?
Creato da Fanny Robert e Maxime Berthemy, duo che ha lavorato soprattutto su Profilage e Vise le Coeur, Antracite: il mistero della setta degli Ecrins è portato avanti da Noémie Schmidt, attrice vista a Versailles e Parigi est à nous.
Recita al fianco di Hatik, un rapper diventato attore che i fan della serie hanno potuto vedere nella prima stagione di Validé su Canal+. Di fronte a loro, gli abbonati Netflix potranno trovare Camille Lou, attrice vista in Les Combattantes, Le Bazar de la Charité o Je te Promets, così come Nicolas Godart (Iris e gli uomini).
Questo quartetto di investigatori è aiutato nella ricerca della verità da Raphaël Ferret (Vise le Coeur). Il leader della setta è interpretato dall’ipnotizzatore Stefano Cassetti (Zone Blanche, Into The Night) mentre Jean-Marc Barr interpreta un giornalista che indagò sulla setta nel 1994.
Kad Merad interpreta Claude, lo zio del personaggio interpretato da Hatik. Dal punto di vista della produzione, è stato Julius Berg (A Man of Honor, The Forest) a occuparsi di mettere in risalto i paesaggi innevati delle catene montuose.
Vale la pena dare un’occhiata?
Alcune settimane dopo l’uscita di Furies, Netflix continua il suo slancio e propone una nuova serie francese. La piattaforma, tuttavia, sta apportando un grande cambio di registro, lontano dalle serie d’azione frenetiche o dalle commedie insolite, poiché è con il genere poliziesco che si sta confrontando Antracite: Il mistero della setta delle scatole.
E chi meglio di Fanny Robert e Maxime Berthemy per scrivere gli scenari, una coppia di sceneggiatori già dietro Profilage, una delle fiction di punta di TF1. Per fare questo, ci portano in un piccolo villaggio delle Alpi, teatro di un suicidio collettivo da parte della setta degli Écrins 30 anni prima.
Ancora ossessionati da questo evento, gli abitanti cercano di ricostruire le proprie vite. Ma un nuovo omicidio, compiuto secondo i rituali della setta, minerà questo precario equilibrio. Jaro, un ex detenuto tornato nel suo villaggio natale che si ritroverà accusato del delitto, unirà le forze con Ida, un’eccentrica geek alla ricerca del padre scomparso, per dimostrare la sua innocenza.
Ma nel corso delle loro indagini scopriranno molti segreti che avrebbero preferito tenere sepolti… E se la loro presenza nel piccolo paese di montagna non fosse dovuta al caso?
Un thriller avvincente
Con i suoi tanti misteri e false piste, Anthracite è una serie complessa e avvincente che ci tiene con il fiato sospeso fino alla rivelazione finale. Una complessità che però non è certo una colpa, visto che i due sceneggiatori riescono brillantemente a non perdere spettatori durante le numerose rivelazioni che scandiscono i 6 episodi della miniserie.
Se Anthracite si basa su un registro prevalentemente drammatico, il thriller poliziesco obbliga, Fanny Robert e Maxime Berthemy riescono a cospargere i loro scenari con un piccolo tocco di umorismo grazie in particolare al personaggio di Ida, una giovane donna antisociale brillantemente interpretata da Noémie Schmidt, il cui La personalità solare ed esuberante contrasta con l’atteggiamento taciturno e solitario di Jaro, suo compagno di sventure.
Uno dei punti forti dell’Antracite risiede nella sua fusione. I quattro attori principali condividono un’innegabile alchimia che conferisce a questo quartetto di investigatori spaiati un realismo impeccabile e ci permette di affezionarci a questi personaggi poliedrici, che si evolvono in paesaggi grandiosi.
Julius Berg, il regista, riesce brillantemente a sublimare le montagne innevate delle Alpi, facendo così di queste maestose ambientazioni un personaggio a sé stante. Con i suoi 6 episodi avvincenti, Antracite: Il Mistero della Setta dei Box è la serie francese Netflix da non perdere questa primavera!