“Emmanuel Macron ha ancora quattro anni prima del 2027, eppure si è già instaurata un’atmosfera di fine del suo regno”

“Emmanuel Macron ha ancora quattro anni prima del 2027, eppure si è già instaurata un’atmosfera di fine del suo regno”
“Emmanuel Macron ha ancora quattro anni prima del 2027, eppure si è già instaurata un’atmosfera di fine del suo regno”
-

VSNegli ultimi tempi le questioni scivolano tra le dita del Presidente della Repubblica, come se non ne avesse più alcun controllo.

Boicottati da tre leader di partito, Eric Ciotti (Les Républicains, LR), Olivier Faure (Partito socialista) e Manuel Bompard (La France insoumise), gli incontri di Saint-Denis (Seine-Saint-Denis), che miravano a creare consenso intorno migliorando il funzionamento della vita democratica, ha dato alla luce un topo venerdì 17 novembre.

Allo stato attuale sembra stabilito solo il principio del riconoscimento dell’interruzione volontaria di gravidanza nella Costituzione. L’ampliamento della portata del referendum, la banalizzazione del suo utilizzo che avrebbe dovuto rappresentare il grosso delle discussioni e al quale il Capo dello Stato si era mostrato aperto, sembrano invece sepolti, per mancanza di combattenti. Per sei anni, tuttavia, i suoi oppositori hanno continuato a chiedere l’uso della democrazia diretta per contrastare la natura “gioveriana” del suo processo decisionale.

Leggi anche la storia: Articolo riservato ai nostri abbonati Emmanuel Macron rinuncia al referendum sull’immigrazione per mancanza della “maggioranza necessaria”

L’indebolimento simbolico del potere elisio può essere visto attraverso un altro episodio recente, tanto più sintomatico in quanto riguarda la difesa dei valori della Repubblica. Coorganizzando con successo la marcia contro l’antisemitismo di domenica 12 novembre, i due presidenti delle assemblee, Yaël Braun-Pivet (Rinascimento, Palazzo Borbone) e Gérard Larcher (Senato, LR), hanno entrambi segnato un punto e messo in imbarazzo l’Eliseo.

--

Orizzonte bloccato

Nel pieno del conflitto tra Hamas e Israele, mentre la manifestazione è stata in parte ripresa dal Raggruppamento Nazionale e boicottata da Jean-Luc Mélenchon, Emmanuel Macron poteva legittimamente chiedersi se il suo posto fosse tra i manifestanti. Tuttavia, la sua esitazione di quattro giorni, poi il suo rifiuto di partecipare, sono apparsi incomprensibili agli occhi di alcuni dei suoi soldati: due ex presidenti della Repubblica, Nicolas Sarkozy e François Hollande, avevano risposto senza ombra di esitazione.

Nel secondo anno del suo secondo mandato, Emmanuel Macron viene sopraffatto da ciò che hanno sofferto i suoi predecessori: la perdita della visione. Mancano ancora quattro anni alla scadenza del 2027, eppure si è già instaurata un’atmosfera di fine regno, come se l’orizzonte fosse bloccato e il rinnovamento potesse venire solo da qualcun altro.

Nel luglio del 2005, quando cercò di succedere a Jacques Chirac, stanco dell’età, della malattia e di dieci anni difficili all’Eliseo, Nicolas Sarkozy lo fece caricaturare come Luigi XVI impegnato “Smantellare silenziosamente le serrature di Versailles mentre la Francia rimbomba”.

Ti resta il 60% di questo articolo da leggere. Il resto è riservato agli abbonati.

-

-

PREV “Un poliziotto russo mi ha venduto una bicicletta per raggiungere il confine”
NEXT 50 lavoratori o più? Dal 1 dicembre 2023 è necessaria una persona di fiducia