Thomas Siniecki, Media365: pubblicato martedì 21 gennaio 2025 alle 19:03
In ginocchio e sul punto di arrendersi, o stravagante come sempre? Il vertice di venerdì si preannuncia elettrizzante.
È un po’ come Gael Monfils, ma ovviamente 24 volte migliore, come il numero di titoli del Grande Slam di Novak Djokovic. Quando il serbo sembra infortunato e allo stremo delle forze, non si arrende ma finisce per rovesciare Carlos Alcaraz come in allenamento (4-6, 6-4, 6-3, 6-4). Non contro il nostro formidabile veterano francese, ovviamente, che ha dato tutto e anche molto di più di quanto poteva, come si è espresso. Ma questo sottolinea semplicemente il genio sempre più incomparabile del numero 7 del mondo (sarà almeno sesto la prossima settimana).
“Probabilmente non mi allenerò mercoledì.”
Sarà pronto a sfidare Alexander Zverev in semifinale, quando ad esempio si era ritirato prima del suo quarto di finale del Roland-Garros contro Casper Ruud, dopo un’impresa omerica conclusa a fine serata agli ottavi? “Farò tutto il possibile con la mia squadra per recuperare bene. Probabilmente mercoledì non mi allenerò, vedremo tra due giorni”. Sapendo che la sua partita sarà sicuramente programmata nella seduta serale di venerdì… “Andrò giorno dopo giorno. L’importante è il recupero fisico. Se sto bene fisicamente, mentalmente ed emotivamente, ciò seguirà. Spero di essere pronto, fisicamente, per muovermi liberamente per cinque set contro di lui, non credo che avrò problemi mentali o emotivi, anche la motivazione ci sarà.
Novak Djokovic ammette di aver beneficiato della mancanza di concentrazione di Carlos Alcaraz, affrontando i suoi problemi fisici in campo: “Non è facile giocare contro qualcuno che potrebbe anche arrendersi. Era troppo interessato a me, invece di rimanere concentrato su di lui. Una parola la rivolge anche al suo nuovo allenatore Andy Murray, con il quale il legame è sempre più forte: “Lui è qui, con me, anche se non ne ha bisogno. Mi sento molto in debito. Carlos Alcaraz, “lascia l’Australia a testa alta”: “Affrontare uno dei migliori della storia mi aiuta a essere migliore. Sono proprio contento di tutto questo, molto contento anche di quello che ha detto”. Vale a dire che è stata una delle partite più belle della sua carriera, e quindi ci sono volute due persone per realizzarla.
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