L’arrampicata su ghiaccio Écrins ha festeggiato questo fine settimana la sua 35a edizione. Questo evento mira a riunire gli appassionati di montagna e arrampicata su ghiaccio, grazie a tre giorni di laboratori, prove e incontri attorno al tradizionale campo base di L’Argentière-la-Bessée, l’occasione ideale per imparare e progredire in sicurezza in piccoli gruppi.
Ripensare la montagna
È stato sotto un clima radioso che giovedì 16 gennaio 2025 è iniziato l’evento, che quest’anno ha posto un accento particolare sulla mobilità, potente leva d’azione per contribuire alla sostenibilità della montagna. L’opportunità per i 500 partecipanti presenti questo fine settimana di scoprire e praticare l’arrampicata su ghiaccio, ma anche di pensare collettivamente su come ripensare la montagna, le sue attività, i suoi movimenti nel contesto del cambiamento climatico.
La scoperta dell’arrampicata su ghiaccio è stata aperta a tutti, con corsi di formazione, educazione e dibattiti. Per tre giorni sono stati proposti workshop introduttivi e avanzati, seguiti da 60 guide alpine: arrampicata su ghiaccio ovviamente, ma anche sci alpinismo, sci fuoripista, ciaspolate, splitboarding, danza sul ghiaccio senza dimenticare il Dry Open, una competizione all’aperto con ghiaccio sabato piccozza e ramponi su roccia.
Novità: un laboratorio caldo-freddo
Giovedì sera, Eline Le Menestrel, artista e attivista, ha aperto il ciclo di scambi e incontri notturni presentando il suo spettacolo che unisce la sua esperienza personale di alpinista e le sue riflessioni di donna e ambientalista.
Caroline Ciavaldini, scalatrice professionista e Véronique Dansereau di Mountain Wilderness si sono poi unite a lei per una tavola rotonda sull’impronta ecologica nelle attività all’aria aperta e su come la mobilità dolce, in particolare in bicicletta, ci consenta di fornire soluzioni a queste sfide. Venerdì è stato il turno degli alpinisti e scalatori Symon Welfriger e James Pearson di condividere la loro esperienza sui fallimenti incontrati durante le loro spedizioni e progetti passati, e come questi siano stati una risorsa per alimentare la loro motivazione.
Camminare nella neve a piedi nudi
Yann Estienne e Simon Marie, entrambi guide d’alta montagna e terapisti psico-corporei, hanno proposto quest’anno, per la prima volta, un laboratorio caldo-freddo, dove i partecipanti hanno sperimentato nuove pratiche: camminare sulla neve a piedi nudi, un primo passo per cambiare il proprio sguardo sulla percezione del disagio, seguito dal laboratorio collettivo nella capanna sudatoria, dove la temperatura sale progressivamente. O come dare uno sguardo nuovo a ciò che ci circonda e comprendere le nostre convinzioni limitanti per prendere una decisione migliore in montagna.
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