L’80% dei francesi pensa che ci siano troppe piattaforme

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Troppe scelte (e troppe fatture) nelle piattaforme avvantaggiano le soluzioni di streaming gratuite.

© Gorodenkoff/Shutterstock

Probabilmente non te lo sarai perso, ma i tempi in cui Netflix era l’unico al mondo nel campo dello streaming a pagamento sono ormai lontani. Da allora, Prime Video, Disney+ e perfino Max si sono uniti alle danze. È quindi difficile oggi sottoscrivere tutto, per mancanza di mezzi per finanziare tutto.

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È in questo contesto che un nuovo sondaggio Ipsos svelato dai nostri colleghi di Le Parisien ci mostra una tendenza chiara: molti francesi non apprezzano questa situazione, o addirittura si rivolgono principalmente alle alternative libere.

Di fronte a Netflix, lo streaming gratuito in Francia resiste

Realizzato all’inizio di dicembre su 1.000 adulti, questo studio rivela tuttavia che il 70% dei francesi ha un abbonamento a pagamento ad almeno un servizio di streaming (1,8 in media) e che spende in media 26 euro al mese.

Se sul podio delle piattaforme più utilizzate ci sono Netflix (47% degli intervistati), Prime Video (34%) e Disney+ e Canal+ (17%), l’80% degli intervistati ritiene tuttavia che le offerte siano troppe e che siano troppo costoso.

L’altro dato che emerge da questo studio da mettere in associazione con il precedente è il seguente: il 46% degli intervistati ritiene che l’offerta gratuita sia qualitativa quanto quella a pagamento.

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Potenzialmente buone notizie per Arte, TF1 e altre TV francesi, che da diversi mesi stanno aumentando i contenuti sulle proprie piattaforme per cercare di combattere i colossi dello streaming.

Servizi gratuiti sempre più attraenti

Attenzione però a non cadere nella trappola del “troppo”. In effetti, ad alcuni francesi non piace avere troppa scelta. Un uomo intervistato per questo studio ha dichiarato:

“Per me è l’ansia di avere troppa scelta di programmi. È come concedermi l’accesso a un buffet all-you-can-eat. Finisco per mangiare troppo, scegliere un sacco di cose diverse e finire per essere infelice.

Ipsos

Per quanto riguarda le offerte a pagamento, oggi si accontenta dell’accesso a Canal+ dopo aver cancellato Prime Video e Netflix. Tuttavia, sembra beneficiare dell’offerta gratuita:

Su .tv ci sono tante cose buone. Ho scoperto Rivages di recente e durante i Giochi Olimpici ho guardato molti sport in replay. Credo nella funzione di servizio pubblico. Meno offerte significa accontentarsi di una scelta ridotta, permette di esplorare e fare grandi scoperte. Sono anche un grande fan di Arte.tv, su cui ho scoperto il capolavoro In terapia, la serie di documentari su DJ Mehdi o la serie dell’italiano Niccolò Ammaniti, Il Miracolo o Anna.

Stessa storia per una donna, anche se è abbonata a Netflix e Apple TV+:

“France.tv e TF1+, potrei praticamente accontentarmi. Ci sono programmi sempre più vari e di qualità, questi siti competono davvero con le piattaforme a pagamento. Netflix lo guardo meno di prima, manteniamo l’abbonamento per i bambini, mi perdo, c’è troppa scelta”.

Ipsos

Ancora qualche miglioria per giocare ad armi pari

D’altro canto, come sottolinea un altro intervistato, le piattaforme gratuite presentano ancora alcuni grossi difetti: “Venendo da Arte.tv, che adoro, trovo i contenuti gratuiti piuttosto scadenti. E poi la disponibilità nel tempo è spesso limitata. È frustrante pianificare la visione di un programma solo per rendersi conto che non è più disponibile quando arrivi sulla piattaforma.

Aggiunge inoltre: “Il mio partner guarda Star Academy in replay su TF1+, è pieno di pubblicità! Non potrei sopportarlo se le mie figlie ci si imbattessero e ingerissero tutte queste macchie. Per me è il mondo prima. Preferisco chiaramente pagare e non doverlo fare.

Un’osservazione che vale sempre di più per lo streaming a pagamento, con piani di abbonamento più economici con presenza di pubblicità prima e durante il contenuto, la cui quantità oggi eguaglia quasi quella dei servizi gratuiti. Abbastanza da indurre gli utenti più che mai a mettere in discussione i loro usi.

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