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Nel Canton Vaud, dal 1° gennaio entra in vigore il decreto che prevede la sanificazione del riscaldamento elettrico e degli scaldabagni. Mette definitivamente fine all’utilizzo di questo tipo di impianti e fissa il termine per la loro sostituzione al 1° gennaio 2033, salvo eccezioni. Si prevede che verrà annunciato un periodo di sei mesi.

“Questa regolamentazione consentirà di generare rapidamente risparmi di energia elettrica e di aumentare la resilienza del sistema elettrico vodese, in particolare durante il periodo invernale”, ha informato giovedì il Consiglio di Stato in un comunicato stampa. Per facilitare questa transizione, il governo sta aumentando i sussidi in questo settore. Ha appena adottato una direttiva che specifica l’applicazione di questo decreto.

Quest’ultima riguarda l’igiene dei riscaldamenti elettrici e degli scaldacqua centralizzati o decentralizzati che equipaggiano gli edifici esistenti, ricorda il Cantone. Sarebbero interessate tra le 16.000 e le 20.000 case.

Censimento

I proprietari di edifici riscaldati elettricamente devono darne comunicazione al gestore della rete di distribuzione, al fornitore di energia o altro soggetto preposto entro sei mesi dall’entrata in vigore del decreto 1° gennaio 2025. misurazione dell’energia elettrica. Tale obbligo di notifica è finalizzato all’individuazione degli immobili interessati nel quadro rigoroso dell’applicazione del decreto.

Ciò prevede la possibilità di derogare a determinati obblighi. Una situazione finanziaria che non consente di effettuare lavori di risanamento è, ad esempio, motivo di esenzione. Anche i proprietari di case che hanno bisogno di ripulire il proprio sistema di riscaldamento e/o gli scaldacqua elettrici possono ricevere assistenza finanziaria.

Energia rinnovabile

I sistemi di riscaldamento elettrico centralizzato negli edifici devono essere sostituiti da altri sistemi di produzione di calore. Saranno favorite le energie rinnovabili come stufe a legna (ceppi, pellet, cippato), pompe di calore (aria-acqua, falda-acqua, acqua-acqua), teleriscaldamento (CAD) alimentato principalmente da energie rinnovabili o smaltimento del calore.

Per quanto riguarda il riscaldamento elettrico centralizzato degli edifici, la scadenza per i servizi igienico-sanitari è tassativamente fissata al 1° gennaio 2033.

Tuttavia, per il riscaldamento decentralizzato sono state fissate tre categorie di consumo. Se è basso è prevista una deroga temporanea dall’obbligo di sanificazione dei dispositivi. Se è nella media, la direttiva prevede una proroga del termine di cinque anni, cioè fino al 1° gennaio 2038. E se il consumo è elevato, resta in vigore il termine fino al 1° gennaio 2033.

Dibattito acceso al Gran Consiglio

La campana a morto per il riscaldamento elettrico è suonata nel Cantone nel dicembre 2022. Il Gran Consiglio aveva infatti accolto nel terzo dibattito la proposta del Consiglio di Stato di vietarli, dopo diversi colpi di scena nelle lunghe discussioni su questo tema in plenum , in particolare intorno alla questione dell’esclusione dal decreto del riscaldamento decentralizzato (circa l’80% dei consumi).

Il riscaldamento elettrico e gli scaldacqua rappresentano oggi quasi il 10% del consumo annuo del Canton Vaud, ovvero l’equivalente di una quarantina di turbine eoliche. Questo consumo sale al 15% in inverno. Obiettivo del decreto è ridurre i consumi puntando sull’efficienza energetica.

Dopo la fase politica, lo smantellamento dei riscaldatori elettrici ha avuto nuovamente un aspetto giuridico: in seguito a un ricorso, lo scorso maggio il Tribunale federale ha respinto l’associazione vodese Choc Électrique e due privati ​​che ne contestavano lo smantellamento.

Questo articolo è stato pubblicato automaticamente. Fonte: ats

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