Rallentato dall’influenza, il politico pensa alla salute
Il mondo politico non è risparmiato dall’epidemia. In questa stagione di rientro a scuola piena di auguri per il nuovo anno, il virus circola rapidamente, di tutti i colori. I microbi colpiscono tutti i livelli di potere, da quello esecutivo a quello legislativo. Le strutture del partito sono colpite. I parlamentari sono privati dei festeggiamenti perché costretti a letto mentre altri finiscono confinati dopo essere stati contaminati durante gli stessi eventi sociali. “È doloroso” sentiamo, in particolare, il governo vallone. I collaboratori cadono uno dopo l’altro. Idem nei parlamenti, siano essi federali, valloni o di Bruxelles. Ufficialmente si continua a lavorare in tutte le strutture, perché, anche con l’influenza, dipendenti e dipendenti possono lavorare da remoto. I parlamentari viaggiano solo per votare. Ma la macchina politica è stancante. Nei parlamenti si pone la domanda: dovremmo tornare alle misure sanitarie nelle Camere?
Aumento dello stipendio netto, contributo di solidarietà, fine ferie senza certificati, divieto di fumare sui terrazzi… queste le misure al tavolo Arizona
“Abbiamo classi semivuote”
Da venerdì scorso sono state inviate alle scuole raccomandazioni per limitare i contagi e la diffusione dell’influenza. Le scuole registrano più assenze del solito in questo periodo. Sia da parte degli studenti che da parte del personale docente.
Codice arancione e ritorno delle mascherine a scuola: misure per contrastare l’epidemia influenzale
In alcuni luoghi l’influenza sta provocando il caos. “L’epidemia è molto presente. Abbiamo classi semivuote. Gli studenti, soprattutto quelli più grandi, chiedono la mascherina quando non si sentono bene e i genitori non sanno come venirli a prendere”, confida un regista del Brabante Vallone.
L’Institut Sainte-Marie di Châtelet ha tre insegnanti assenti, due dei quali a causa dell’influenza. “Hanno prolungato la loro assenza per una settimana importante perché non si sentono affatto bene”, spiega Fabienne Svaldi, la regista.
Nel settore dell’ospitalità temiamo le misure sanitarie
A soli cinque anni dal confinamento legato al Covid-19, ristoratori e albergatori hanno ancora in mente le due lunghe chiusure dei loro locali. “Gli effetti dell’attuale influenza si fanno sentire un po’ a livello di squadra, ma siamo a corto di personale da molti mesi, quindi è solo un altro problema. Ma temo che ci verranno imposte nuove misure sanitarie», sussurra il capo di diversi stabilimenti.
L’idea di implementare nuove misure sanitarie all’interno degli stabilimenti Horeca spaventa quindi gli operatori del settore, che già soffrono di altri mali, come la perdita cronica di reddito. «Faremmo davvero a meno di nuove misure restrittive per il nostro settore, questo è certo», afferma Matthieu Léonard, presidente della Federazione Horeca di Bruxelles.
A Braine-l’Alleud prepariamo maschere contro l’influenza
A Braine-l’Alleud abbiamo preso l’iniziativa e il sindaco Vincent Scourneau (MR) annuncia il deposito di 20.000 maschere chirurgiche, in confezioni da 50, all’amministrazione comunale. Da questo giovedì i residenti di Cervello potranno ritirare le mascherine nel proprio comune. Per il sindaco l’iniziativa è preventiva e non obbligatoria. “Il picco è annunciato per la prossima settimana e vogliamo limitare la contaminazione“. Una situazione che ricorda quella del Covid. “Non è un clima allarmistico ma vogliamo attirare l’attenzione”. È anche un’occasione per ricordare i gesti di barriera come lavarsi le mani, mantenere le distanze, ecc. Durante la pandemia, Braine-l’Alleud è stato uno dei primi comuni a ordinare le mascherine. Il comune dispone di uno stock di quasi 50.000 mascherine (chirurgiche, FFP2, ecc.) per i casi di emergenza. Questo si rinnova in base all’utilizzo.
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