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611 morti in una settimana in Francia, lieve rallentamento dell’epidemia nelle emergenze a Paca

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Se l’epidemia di influenza stagionale diventa più mortale e continua a crescere in alcune regioni della Francia, rimane intensa, ma tende a rallentare un po’ a Paca.

Secondo l’ultimo bollettino della Sanità Pubblica francese, pubblicato mercoledì, l’attività di SOS Medici continua ad aumentare ma diminuisce in caso di emergenza. Una tendenza osservata in tutti i dipartimenti tranne quelli delle Alpi dell’Alta Provenza e delle Alte Alpi (in aumento). Il tasso di insorgenza dell’influenza o di malattie simil-influenzali varia a seconda del territorio dal 4,2% al 9%. Ovunque, la percentuale di ricoveri dopo l’ingresso al pronto soccorso è in aumento (26,8%), ad eccezione del Vaucluse (diminuzione).

Sono interessate tutte le fasce d’età tranne che tra i bambini sotto i cinque anni dove il tasso di accessi al pronto soccorso aumenta ulteriormente (14,4% contro 12,2% tra la seconda e la prima settimana di gennaio). Resta più forte tra quelli di 75 anni e più (68,3% contro 60,4%).

Il 7,3% dei decessi in tutta la Francia

Santé Publique rileva un aumento della percentuale di decessi dovuti a influenza e malattie simil-influenzali. Nella settimana dal 6 al 12 gennaio, ciò ha rappresentato il 7,3% dei decessi in tutta la Francia (o 611). Una quota mai vista dal 2020. Sale addirittura al 12,4% in Borgogna-Franca Contea, al 9,4% nel Grand Est, al 9,2% in Provenza-Alpi-Costa Azzurra (il Covid è citato nell’1,8% dei decessi), al 7,9 % nell’Alta Francia e nell’Alvernia-Rodano-Alpi.

Ricordiamo che l’influenza è un’infezione virale contagiosa che colpisce ogni anno circa 2,5 milioni di francesi. All’inizio di dicembre, un centinaio di ospedali hanno attivato il “piano bianco”, in particolare ad Aix, Salon, Cavaillon, Avignone, Carpentras.

Nonostante alcune tensioni nelle farmacie degli ultimi giorni, come a Marsiglia, sono rimaste dosi sufficienti per essere vaccinati, ha rassicurato l’Ars. Particolarmente prese di mira sono le persone vulnerabili (65 anni e più, donne incinte, persone affette da malattie croniche o che soffrono di obesità).

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