Le buone o le cattive abitudini generalmente sono dure a morire, e questo vale per tutti gli ambiti della vita quotidiana, compresa la tecnologia. Nel mondo degli smartphone sentiamo o leggiamo gli stessi consigli ripetuti più e più volte, ma non ci prendiamo più la briga di verificarne la validità, anche se le tecnologie che riguardano si sono evolute notevolmente nel tempo.
Per quanto riguarda le batterie, si parla della necessità di calibrarle fin dagli albori della telefonia mobile. Ma è davvero utile? Una deviazione attraverso la storia del “portatile” è essenziale.
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All’inizio i telefoni erano dotati di batterie al nichel (nichel-cadmio più precisamente, abbreviato in Ni-Cd). Questa tecnologia soffre di uno svantaggio principale: l’“effetto memoria”, che si manifesta con un progressivo calo della capacità di una batteria di erogare una tensione sufficientemente elevata.
Questa perdita di prestazioni può verificarsi quando una batteria al nichel viene parzialmente scaricata e quindi ricaricata ripetutamente. Durante le scariche parziali vengono utilizzate solo parte delle celle della batteria. Le cellule non utilizzate iniziano quindi a formare microcristalli di cadmio, che col tempo diventano più grandi. Questi microcristalli aumentano la resistenza attuale di queste celle, il che porta ad una riduzione delle capacità elettriche della batteria, che ormai basa la sua stima solo sulla capacità delle celle recentemente utilizzate. La batteria così “pensa” di avere meno capacità, e l’autonomia dei nostri dispositivi diminuisce.
La soluzione in questo caso è una sola: bisogna effettuare una scarica completa (che permette ai microcristalli di scomparire), poi ricaricare completamente la batteria in modo che “riacquisti consapevolezza” della sua reale capacità.
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Questo fenomeno, antecedente all’avvento degli smartphone, sembra aver lasciato il segno poiché oggi molte persone pensano che sia necessario scaricare completamente la batteria prima di ricaricarla. Ma oggi le batterie agli ioni di litio sono onnipresenti, sempre più spesso sostituite da modelli in silicio-carbonio, come nel recente Oppo Find X8 Pro o nel Magic 7 Pro di Honor. Per sapere se anche questi modelli necessitano di calibrazione, abbiamo chiamato Olivier Simon, esperto di batterie presso DXOMARK, per ottenere alcuni chiarimenti.
È ancora utile calibrare le batterie degli smartphone?
La nostra domanda principale era la reale utilità di calibrare la batteria di uno smartphone, soprattutto perché oggi la stragrande maggioranza dei terminali utilizza batterie agli ioni di litio. Questi accumulatori offrono molti vantaggi rispetto alle batterie al nichel, soprattutto in termini di densità energetica. Soprattutto, come ci conferma Olivier Simon, non soffrono dell’effetto memoria e possono essere scaricati parzialmente quante volte si desidera senza subire alcun degrado particolare.
Ma allora, perché alcuni smartphone, come Google Pixel, propongono di caricare di tanto in tanto la batteria dal 100% per calibrarla? Secondo Olivier Simon può essere interessante farlo di tanto in tanto (all’incirca ogni uno o tre mesi), ma non per gli stessi motivi delle batterie al nichel. Oggi, a volte, caricare lo smartphone fino al 100% consente di visualizzare la percentuale rimanente in modo più preciso. Concretamente la percentuale visualizzata sullo schermo del cellulare può “andare storta”, e si tratta soprattutto di rendere questo dato quanto più fedele possibile alla realtà.
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Nonostante tutto, l’esperto non sembra del tutto convinto di questo approccio, perché secondo lui si tratta comunque solo di una manciata di punti percentuali. Inoltre la calibrazione non ha alcun impatto sulla reale autonomia degli smartphone.
Va premesso che la regola del 20%-80% non è un mito, come conferma Olivier Simon. Questa regola consiglia infatti di non far scendere il livello di carica dello smartphone sotto il 20% e di non caricarlo oltre l’80%.
Limita la carica del tuo smartphone
Perché limitare il carico all’80%? Sebbene le batterie agli ioni di litio offrano ottime prestazioni, sono anche molto sensibili alle condizioni estreme. Le celle della batteria al litio si degradano rapidamente se lasciate per troppo tempo o con una carica troppo elevata, la prima delle quali è la peggiore. La maggior parte dei produttori di smartphone offre anche una funzionalità che limita la carica a un livello predefinito (generalmente tra il 70% e il 90%). È il caso ad esempio di Apple, che include questa funzione nella sua opzione di ricarica ottimizzata per iPhone, o di Google sui suoi Pixel.
E per chi ha bisogno della piena capacità della batteria per affrontare lunghe giornate, non temere. Per diversi anni, i telefoni hanno imparato dalle tue abitudini a interrompere la ricarica a un livello intermedio (di solito intorno all’80%), per poi terminarla per mostrare il 100% quando ne hai bisogno. Ad esempio, la maggior parte degli smartphone riconosce la sveglia mattutina e mette in pausa la ricarica all’80%, per poi riprendere la ricarica per raggiungere il 100% giusto in tempo per il tuo risveglio.
Evitare temperature estreme
Il secondo nemico delle batterie al litio è la temperatura. Da un lato, il riscaldamento delle batterie danneggia le celle a lungo termine e l’ideale è mantenerle al di sotto dei 40°C. Ecco perché è meglio evitare lunghe sessioni di ricarica e, se possibile, privilegiare diverse piccole ricariche nell’arco della giornata. Con la democratizzazione della ricarica rapida, ciò dovrebbe essere sempre meno restrittivo, soprattutto perché attualmente non vi è alcuna indicazione che la ricarica rapida danneggi le batterie più rapidamente… a patto, ancora una volta, di evitare lunghe sessioni che surriscaldino il terminale.
D’altro canto, anche l’esposizione al freddo può avere un impatto negativo sulla salute della batteria. Infatti, i produttori generalmente indicano che al di sotto di 0°C le prestazioni degli accumulatori possono essere ridotte. Ciò vale sia per la scarica che per la ricarica, operazione sconsigliata a temperature negative.
In queste condizioni, possono formarsi cristalli di litio metallico, con conseguente degrado delle prestazioni e aumento del rischio di guasti. In pratica, se carichi lo smartphone in un ambiente molto freddo, la velocità di ricarica verrà ridotta per evitare di danneggiare la batteria.
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