lGli esperti di sicurezza informatica non sempre sono d’accordo, ma su una cosa sono d’accordo: le password sono una seccatura. Difficili da ricordare, vulnerabili agli attacchi e costose da gestire per i dipartimenti IT, le password sono la causa della maggior parte delle violazioni dei dati. Secondo il rapporto RSA ID IQ recentemente pubblicato, l’intelligenza artificiale potrebbe offrirci una soluzione già nel 2025.
Le password non sono riuscite a svolgere il loro lavoro per anni. Già nel 2004 Bill Gates ne aveva previsto la scomparsa, affermando che non soddisfacevano i requisiti dei sistemi da proteggere. Tuttavia, sono ancora onnipresenti e continuano a imporre pratiche noiose agli utenti: rotazione frequente, complessità non necessaria e vincoli di formato.
Secondo Steve Won, Chief Product Officer di 1Password, rimuovere le password sarebbe una benedizione per la sicurezza. “Senza password non c’è nulla da rubare. Gli attacchi di phishing stanno perdendo la loro ragion d’essere», spiega.
L’intelligenza artificiale come soluzione per un futuro senza password
Il rapporto RSA ID IQ mostra che le aziende stanno prendendo sempre più in considerazione soluzioni senza password. Tra i 2.000 professionisti intervistati, il 51% ha dichiarato di inserire la propria password almeno sei volte al giorno e il 20% più di undici volte. Questo attrito spinge le aziende a cercare alternative. Quasi il 61% prevede di implementare una soluzione senza password entro il 2025.
L’intelligenza artificiale potrebbe essere lo strumento chiave per raggiungere questo traguardo. Come sottolinea Rohit Ghai, CEO di RSA, “l’intelligenza artificiale consente di basare l’identità su chi sei e sulle tue abitudini, piuttosto che su ciò che sai”. Ad esempio, se un utente accede sempre alle stesse risorse dallo stesso dispositivo a orari regolari, l’IA potrebbe considerare basso il rischio. D’altro canto, un tentativo di connessione insolito potrebbe attivare un avviso automatico.
Ostacoli all’adozione di soluzioni senza password
Rimangono però diversi ostacoli:
- Il 24% dei professionisti ritiene gli standard non sufficientemente maturi.
- Il 21% segnala una mancanza di supporto nativo sulle piattaforme.
- Il 15% esprime sfiducia nell’autenticazione senza password.
- L’11% pensa che queste soluzioni siano riservate all’uso personale.
Buone notizie: solo il 13% cita il budget come un ostacolo, che apre la porta all’integrazione di soluzioni basate sull’intelligenza artificiale.
Un futuro promettente ma con sfide
L’adozione dell’IA in questo settore non è priva di rischi. “Affidare all’intelligenza artificiale per prendere decisioni critiche, senza comprenderne sempre i meccanismi, richiederà tempo”, ammette Ghai.
Nonostante queste sfide, la fine delle password sembra inevitabile. E grazie all’intelligenza artificiale, quel futuro potrebbe arrivare prima del previsto.
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