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allerta sui rischi della geoingegneria

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Libro. Di fronte al cambiamento climatico, dovremmo cambiare il sistema economico o modificare il sistema Terra? Gli effetti sono sempre più gravi: gli scienziati del Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici stimano che più di 3 miliardi di persone vivano già in aree minacciate. E le traiettorie di decarbonizzazione non sono, per il momento, abbastanza veloci o abbastanza ambiziose.

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Per far fronte a ciò, alcuni ambienti cominciano a difendere l’idea che l’umanità avrà bisogno della tecnologia per modificare il clima e i grandi equilibri planetari. Il Grande Capovolgimento. Come la geoingegneria si sta infiltrando nelle politiche climatiche (I legami che liberano, 204 p., €20), l'approfondimento della ricercatrice Marine de Guglielmo Weber e di Rémi Noyon, giornalista di Nuovi Obsapprofondisce i colpi di scena di questi progetti e l'ideologia che li sostiene. Racconta come la corsa sfrenata alla tecnologia sia diventata gradualmente un vero e proprio oggetto di studio, che comincia a trovare una risposta simpatica tra alcuni leader politici ed economici.

Gli apprendisti stregoni

Il libro spiega come questa idea, chiamata “geoingegneria”, si è evoluta nel corso del XX secolo.e secolo, e come viene portato avanti oggi da una manciata di scienziati e da reti di miliardari della Silicon Valley. In cosa consistono questi progetti? Il principale, molto dettagliato nel libro, mira a mascherare la radiazione solare diffondendo nella stratosfera una grande quantità di particelle di zolfo. Il metodo afferma di ispirarsi agli effetti di grandi eruzioni vulcaniche: quella di Pinatubo (Filippine), nel 1991, abbassò la temperatura media di 0,5°C l'anno successivo, limitando temporaneamente gli effetti del riscaldamento.

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Questo metodo, però, comporta anche una serie di grossi rischi, che Marine di Guglielmo Weber e Rémi Noyon metodicamente individuano. Minacce all’equilibrio climatico – poiché gli effetti sulle precipitazioni, ad esempio, sono poco conosciuti – ma anche alla salute, o addirittura un calo significativo dei rendimenti agricoli. Inoltre, questo tipo di risposta potrebbe essere solo temporanea e comporta il rischio di a «terminale cioccolato» se il balletto di migliaia di aerei sopra le nostre teste si fermasse, poiché le temperature tornerebbero ad aumentare improvvisamente.

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Il libro affronta anche i rischi geopolitici di tali obiettivi: “Da chi e in che modo potrebbe essere dispiegato il velo solare? Chi avrebbe il controllo del termostato? » Ma non si limita a elencare i progetti su cui stanno lavorando un pugno di scienziati o attivisti tecno-soluzionisti, dalla gestione della radiazione solare allo sbiancamento delle nubi marine. Mette anche in dubbio i meriti di questo pensiero incentrato sulla tecnologia e sul controllo totale degli esseri umani sul pianeta e sui suoi ecosistemi. Gli autori sottolineano che questa logica testimonia a “dimenticare i limiti” e mettere in guardia contro la campagna condotta da un gruppo di apprendisti stregoni per legittimare, nel dibattito pubblico, soluzioni mai sperimentate su larga scala, con il rischio ormai accertato di una cura peggiore della malattia.

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