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SpaceX testerà la deorbitazione della ISS con una capsula Dragon

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IL Stazione Spaziale Internazionale (ISS) restano solo pochi anni prima di essere trasportata sulla Terra, dove brucerà nell’atmosfera prima di precipitare nell’Oceano Pacifico.

Questa manovra rischiosa è prevista per il 2030 e le operazioni tecniche sono in preparazione adesso. Questa è l’azienda SpaceX che avrà il compito di dare alla ISS l’impulso di lasciare la sua orbita a 400 km di altezza e avvicinarsi alla Terra dove verrà gradualmente rallentata dall’atmosfera, accelerandone poi la caduta.

Un piccolo Drago da testare, un grande Drago da realizzare

UN Drago capsula responsabile del trasporto del carico e della messa in sicurezza alla ISS effettuerà a manovra di spinta per 12 minuti valutare le capacità di manovra e di controllo dell’altitudine.

Si tratterà della prima volta per questa capsula, una manovra del genere è già stata effettuata in precedenza dalle capsule Soyuz per riguadagnare quota rispetto alla stazione orbitale ed estendere la sua durata di vita, e ciò fornirà preziosi dati di volo per la Veicolo Drago più grande che sarà responsabile della deorbita tra pochi anni.

I dati raccolti potrebbero essere utilizzati anche per futuri sistemi di assistenza all’uscita dall’orbita che contribuiranno a limitare il rischio di deorbitazione inquinamento spazialeun problema sempre più acuto, controllando e accelerando il ritorno dei satelliti e delle stazioni nell’atmosfera.

Fine vita per la ISS

Situata a soli 400 km di altitudine, la Stazione Spaziale Internazionale è sempre più ostacolata dagli strati più alti dell’atmosfera e non potrà restare in orbita a lungo.

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Si era parlato di riposizionarlo a 500 chilometri di altitudine per prolungarne la durata, ma l’abbandono del sostegno della Russia, previsto a partire dal conflitto con l’Ucraina nel 2022, non consentirà di estendere ulteriormente il suo ciclo operativo oltre il 2030.

Dietro, progetti di stazioni orbitali private sono già in fase di progettazione e dovrebbero consentire di mantenere la presenza umana nello spazio dopo la fine della ISS, combinando ricerca e turismo spaziale utilizzando habitat modulari e/o gonfiabili.

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