Il Sistema Solare non è così pacifico come vorremmo credere. Su scale temporali astronomiche, il caos regna persino nello spazio. E guardando più da vicino, il nostro pianeta riceve tra le 10 e le 100 tonnellate di materiale spaziale al giorno. Fortunatamente, la stragrande maggioranza sono solo polvere o piccoli meteoriti di dimensioni inferiori a pochi metri quando entrano nella nostra atmosfera.
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Ogni cinque anni entra nell’atmosfera un meteorite che sprigiona l’energia di 30 bombe di Hiroshima
Detto questo, anche dieci metri all’ingresso possono causare molti danni. Gli abitanti di Chelyabinsk in Russia ricordano ancora il superbolide di circa 15 m che penetrò nell’atmosfera il 15 febbraio 2013 e ferì circa 1.000 persone (soprattutto a causa delle schegge di vetro create dall’onda d’urto). La velocità dell’oggetto era di circa 19 km/s prima che venisse notevolmente rallentata dalla resistenza dell’aria e si accendesse, diventando una palla di fuoco a 20 km di altitudine. Ecco le immagini impressionanti di questo evento:
E questo per un oggetto molto piccolo che nessuno aveva visto arrivare… Tuttavia, l’energia totale di questo episodio (ingresso nell’atmosfera + esplosione) è stimata a 30 volte quella della bomba atomica di Hiroshima. Un evento del genere si verifica in media ogni cinque anni, ma più aumentano le dimensioni dell’asteroide, più gli episodi sono rari. Pertanto, per un asteroide di 700 m di diametro come Didymos, il tasso di occorrenza di un simile impatto è di circa ogni 60.000 anni, con conseguenze ovviamente catastrofiche per un’intera regione.
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La difesa planetaria è una questione importante per gli stati e le agenzie spaziali
Per preparare la difesa planetaria contro le principali minacce provenienti dal cielo, nel 2022 la NASA ha inviato la sua sonda DART a colpire Dimorphos, una mini-luna dell’asteroide Didymos, per valutare eventuali cambiamenti nella traiettoria della coppia. Ora sarà l’Agenzia spaziale europea (ESA) a fornire il “servizio post-vendita” analizzando “il metodo per deviare un asteroide mediante un dispositivo di simulazione implementato dalla missione americana DART”. È qui che entra in gioco la sonda Hera…
Hera potrà studiare per la prima volta la struttura interna di un asteroide
Questa sonda spaziale da 1081 kg misurerà la dimensione del cratere formato dall’impatto di DART e sarà così in grado di studiare per la prima volta l’interno di un asteroide. La massa della piccola luna Dimorphos sarà stimata con maggiore precisione, una sfida importante per capire esattamente come deviare tali oggetti. Hera consentirà così di realizzare nuovi software di guida per questo tipo di missioni e rilascerà contemporaneamente due piccoli satelliti (chiamati CubeSat) Milani e Juventas: uno andrà in orbita attorno a Dimorphos e l’altro vi atterrerà. La polvere, la struttura, la porosità e il suo campo gravitazionale verranno quindi studiati molto da vicino.
Hera è decollata con successo a bordo di un Falcon 9 di SpaceX il 7 ottobre. Ora ha due anni di viaggio prima di raggiungere il suo obiettivo nel dicembre 2026, aiutando così l’umanità a proteggersi da potenziali pericoli! I dinosauri non furono così fortunati…
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