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Test: Camp Sunshine – Un omaggio orribile e molto retrò

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Campo Sole è un gioco che si distingue per la sua atmosfera, il suo stile visivo e il suo evidente amore per l’horror degli anni ’80. Sviluppato da Fossil Games, questo titolo indipendente immerge i giocatori in un’avventura agghiacciante e sanguinosa, dove l’omaggio ai classici a 16 bit viene coinvolto in un gioco. storia di un campo estivo trasformato in un vero e proprio incubo.

Una notte di orrore a Camp Sunshine

Giocherai nei panni di Jez, un normale adolescente che si sveglia nel suo campo estivo e scopre che i suoi compagni di classe sono stati massacrati da una forza malvagia. Il campo, un tempo caldo e pieno di vita, è stato trasformato in un vero e proprio teatro del terrore. L’assassino si nasconde nell’oscurità e spetta a te scoprire i misteri di questo luogo infestato mentre cerchi di sopravvivere ai suoi sanguinosi attacchi.

Ciò che colpisce fin dai primi minuti di gioco è l’atmosfera opprimente che si respira da ogni angolo del campo. L’uso di uno stile grafico che ricorda i giochi a 16 bit di Nintendo o Sega dà Campo Sole un innegabile fascino retrò, accentuando il contrasto con l’oscurità del suo universo. È sempre qualcosa che funziona, come ad esempio in Corpse Party. Il gioco gioca abilmente con questa dualità, utilizzando colori vivaci che si scontrano con il macabro e melodie chiptune che aggiungono un ulteriore livello di tensione.

La vera forza di Campo Sole sta nella sua capacità di evocare ricordi di giochi a 16 bit reinventandoli attraverso una lente horror. La grafica pixel art è realizzata meticolosamente in uno stile artistico perfetto per il genere. Questa scelta non è solo visiva, ma influenza anche il modo in cui si svolge il gioco, rafforzando questa sensazione di rivivere un classico del cinema degli anni ’80 con una nuova intensità. Come non pensare a venerdì 13?

Gli sviluppatori sono riusciti a creare un buon equilibrio tra elementi retrò e moderni, introducendo meccaniche di gioco più moderne pur mantenendo una presentazione che piacerà ai fan dell’era a 16 bit. La colonna sonora gioca un ruolo centrale in questa esperienza, con ogni nota che aumenta la suspense e crea un’atmosfera pesante mentre esploriamo il campo immerso nell’oscurità.

Campo Sole si distingue anche per la narrazione non lineare, che incoraggia l’esplorazione e la scoperta progressiva della sua storia. Gli indizi sono sparsi sotto forma di appunti, diari, flashback ed elementi visivi che, messi insieme, rivelano poco a poco il passato di questo luogo maledetto. Questo metodo di narrazione ci spinge a essere attenti, a frugare ogni angolo dell’accampamento e a mettere insieme i pezzi di un macabro puzzle. Purtroppo il gioco rimane in inglese, il che gli impedirà di raggiungere un pubblico più vasto alle nostre latitudini. Personalmente trovo che rinforzi il lato Slasher degli anni ’80, ma è la forza dell’abitudine!

La storia non si accontenta di essere un semplice inseguimento tra un eroe e un antagonista, rivela qualità narrative che si dipanano gradualmente, che danno un po’ più… corpo a quella che non poteva essere che una semplice sanguinosa caccia all’uomo.

Tuttavia, nonostante le sue innegabili qualità, Campo Sole soffre di alcuni difetti nel suo gameplay. Lo schema degli enigmi, sebbene inizialmente divertente, alla fine manca di diversità e può rendere l’esperienza alquanto ripetitiva, soprattutto per i giocatori abituati a giochi di avventura più complessi.

I momenti di tensione, pensati per essere i momenti più memorabili del gioco, troppo spesso si basano su prevedibili salti. Sebbene questo tipo di effetti possano inizialmente sorprendere, la loro ripetizione finisce per renderli meno impattanti e più facili da anticipare. I fan dei giochi horror psicologici potrebbero trovare questo approccio un po’ semplicistico. Come in una Dark Pictures Anthology, finiamo per indovinare cosa potrebbe accaderci e lo spavento diventa fastidioso.

Gli ordini di Campo Sole costituiscono un altro punto delicato. Sebbene siano generalmente reattivi, possono diventare goffi in situazioni che richiedono movimenti rapidi o precisi. I momenti in cui devi scappare dall’assassino o evitare trappole a volte diventano frustranti a causa della approssimativa precisione dei controlli. E di questo possiamo lamentarci.

Campo Sole si presenta come un’esperienza imperfetta ma molto accattivante per gli appassionati di giochi horror e giochi retrò. Non rivoluziona il genere, ma offre un’avventura ricca di emozioni che ricorda gli anni ’80, con una storia avvincente che merita di essere scoperta.

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