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Ecco cosa mancava a Marte per ricoprirsi di vita, come la Terra

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Nel lontano passato, più di 3,5 miliardi di anni fa, Marte aveva laghi di acqua liquida e persino un oceano. Questo ambiente passato è testimoniato dalle scoperte fatte dai due rover della NASA che stanno attualmente esplorando il suolo marziano: CuriositàCuriosità et PerseveranzaPerseveranza. Marte era quindi abitabile. Ma era abitato? Questa è ora la domanda su cui stanno lavorando i team scientifici, seguendo l’evoluzione dei rover, rivoluzione dopo rivoluzione.

Cambiamenti climatici importanti… e irreversibili

Per il momento, nulla nei dati raccolti permette di affermare con certezza che la vita si sia mai sviluppata sul Pianeta Rosso. Ma la speranza persiste. Perché la storia della vita terrestre ci mostra che è relativamente facile farla apparire, purché ci siano tutti gli ingredienti. Tutto sembra però indicare che Marte presentasse le condizioni giuste, almeno per un certo periodo. Perché questo periodo di abitabilità è finito improvvisamente. 3,5 miliardi di anni fa, il pianeta ha vissuto un importante cambiamento climatico, legato alla progressiva scomparsa dell’atmosfera marziana: le temperature sono scese e l’atmosfera climaclima diventa secco. L’oceano e i laghi si prosciugano, lasciando dietro di sé solo vaste distese di terra sedimentosedimento.

Anche se consideriamo che possono essere persistite minuscole oasi di vita, soprattutto all’interno delle rocce del sottosuolo del pianeta, la superficie è definitivamente caduta in condizioni totalmente ostili agli esseri viventi. Ma come è avvenuto questo cambiamento radicale?

L’acqua presente in superficie deve essere evaporata molto velocemente

Per capirlo i ricercatori hanno guardato all’analisi degli antichi sedimenti lacustri, sui quali ora viaggiano i rover. Nel cratere Gale, che una volta era un lago, Curiosity ha trovato carbonati, rocce sedimentarierocce sedimentarie ricchi di carbonio che hanno la capacità di registrare molte informazioni sull’ambiente (temperatura, acidità, composizione dell’acqua eatmosferaatmosfera)) al momento del loro deposito. Inoltre, la loro composizione isotopica permette di ipotizzare i processi avvenuti durante la scomparsa di questo lago. Le analisi hanno quindi evidenziato che i carbonati del cratere Gale ne erano anormalmente ricchi 13Questo 18O, che sono rispettivamente gli isotopi pesanti del carbonio eossigenoossigeno. Sulla Terra, un tale squilibrio con gli isotopi leggeri, che lo sono 12C e il 16O, non viene mai osservato. Questo risultato rivela che il grado di evaporazione deve essere stato molto elevato, lasciando dietro di sé gli isotopi pesanti mentre gli isotopi leggeri fuggivano nell’atmosfera.

Il drammatico caso del collasso del ciclo del carbonio

Tutti i dati disponibili possono essere interpretati secondo due scenari. La prima suggerisce che il lago del cratere abbia vissuto un’alternanza di episodi secchi e poi umidi prima che tutta l’acqua evaporasse. La seconda suggerisce l’instaurarsi di un clima molto freddo, poiché i carbonati si depositarono da acque cariche di sali e gelide. Due scenari non necessariamente esclusivi. In un articolo pubblicato sulla rivista Pnasi ricercatori indicano che è probabile che i due si siano combinati.

Questo studio rivela la misura in cui il ciclo del carboneciclo del carbone su Marte è crollato improvvisamente, soprattutto a causa dell’assenza di due grandi elementi che, sulla Terra, svolgono un ruolo regolatore: il biosferabiosfera e il tettonica delle placchetettonica delle placche.

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