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Riusciremo mai a leggere nella mente degli sconosciuti?
Jean Pellerin
Non è per domani. Anche se la scienza sta facendo progressi in questo ambito, leggere i pensieri degli sconosciuti è – per il momento – “fantascienza”, secondo un ricercatore di Montreal.
Attualmente un algoritmo può “leggere” la mente di una persona in modo abbastanza limitato. Con un elettrodo impiantato nel cervello, questo algoritmo può leggere una lettera alla volta, con un tasso di errore solo del 3%, spiega Blake Richards del Neuro della McGill University. Con un dispositivo esterno, situato nelle cuffie, l’algoritmo può solo spostare il cursore su una tastiera o su uno schermo.
Questi esperimenti sono stati condotti con pazienti con disturbi motori che impedivano loro di parlare e di manipolare una tastiera.
“È del tutto possibile immaginare che soluzioni cliniche di questo tipo saranno disponibili nel prossimo decennio”, afferma il neuroscienziato.
L’elettrodo impiantato nel cervello è molto più efficiente di un decodificatore esterno (ad esempio un auricolare) nel leggere l’attività dei neuroni nel cervello. Ma dopo qualche anno, a volte qualche mese, l’elettrodo provoca un’infiammazione che confonde le letture.
L’algoritmo con un tasso di errore del 3% è stato sviluppato nel gruppo del signor Richards. L’anno scorso, sulla rivista scientifica NaturaI ricercatori della Stanford University in California hanno svelato un algoritmo che, utilizzando elettrodi impiantati nel cervello, consente ai pazienti con disturbi del linguaggio di parlare alla metà della velocità di una persona normale. Il tutto con un tasso di errore del 25%.
Altra limitazione: l’algoritmo deve essere “addestrato” per ciascun paziente. “Non puoi leggere la mente degli estranei”, sottolinea Blake Richards.
La durata dell’addestramento di un algoritmo per leggere i pensieri di un individuo può essere ridotta se l’algoritmo è già stato addestrato per altri individui della stessa specie, suggerisce un altro studio di Richards, effettuato sulle scimmie.
Auricolari
Secondo Richards, i decodificatori esterni potrebbero eventualmente assumere la forma di auricolari. Ma ancora di più, potremo mai leggere i pensieri a distanza, senza l’intervento di un decoder?
Il signor Richards parla ancora di fantascienza.
Tutti i metodi non invasivi di lettura del cervello prevedono l’uso di un decoder indossato dalla persona.
Blake Richards, neuroscienziato
Potrebbe un paese totalitario – o un’azienda che viola le leggi sulla privacy – utilizzare gli auricolari per spiare i pensieri delle persone e quindi addestrare un algoritmo per leggere i loro pensieri?
“In teoria sì”, risponde il signor Richards. Esiste anche il rischio che i database vengano hackerati. »
Potrebbe questa tecnologia, in un lontano futuro, consentire agli esseri umani di leggere i pensieri degli animali?
“È una questione filosofica”, afferma Richards. Potremmo venire a sapere che il primate pensa al colore giallo. Ma non avremo modo di sapere se per lui il giallo rappresenta la stessa cosa che per noi. Per lo meno, potremmo capire meglio in che modo i nostri processi mentali differiscono da quelli degli animali. »
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- 86 miliardi
- Numero approssimativo di neuroni nel cervello
Fonte: Università di Harvard
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