2011. I giocatori Xbox, PC e PS3 scoprono Test Drive Unlimited 2, un’opera che segnerà la mente di molti giocatori. Questi ultimi, già abituati alla licenza grazie ad un Test Drive Unlimited primo dal nome che resterà per sempre il nostro preferito con la sua atmosfera senza eguali, riscoprono le qualità della serie nonostante i problemi di Eden Games, lo studio francese messo in liquidazione da due anni dopo l’uscita di questo TDU2 (ma che rinascerà sotto la guida di ex dipendenti qualche mese dopo, ndr).
Perché dietro l’apparenza dell’ennesimo gioco di corse automobilistiche, di cui ce ne sono centinaia, scopriamo un pizzico di realismo che apporta una buona dose di gestionale all’avventura. Sia a Honolulu (TDU) che a Ibiza (TDU2), la licenza ha offerto ai giocatori un’esperienza unica al volante di auto fedelmente riprodotte. Così quando, tredici anni dopo l’ultimo Test Drive Unlimited, Nacon pubblicò una terza opera che non aveva quel nome, le aspettative erano alte.
Ciao Hong Kong
Test Drive Unlimited Solar Crown, la terza opera della serie, ci porta questa volta sull’isola di Hong Kong, riprodotta fedelmente in scala 1:1. Come i suoi predecessori, il titolo ci invita a partecipare a un prestigioso concorso, la “Corona Solare”. L’obiettivo è distinguersi attraverso le proprie doti di guida brillando durante gare o eventi per acquisire prestigio. Comprendi, acquisisci esperienza e denaro per sbloccare nuove auto o potenziamenti per esplorare nuove aree.
Un sistema che mostrerà presto i suoi limiti con un’evidente mancanza di diversità. Quel che è peggio, ci ritroviamo a ripetere determinati test ancora e ancora per poterci permettere un’auto migliore. E anche se il gameplay è un punto molto positivo del gioco, con una fisica padroneggiata per un vero piacere di guida, la ripetitività unita alla difficoltà del titolo (l’intelligenza artificiale si diverte molto a metterti ostacoli nel mandarti a ballare il valzer lo scenario) esauriscono rapidamente l’entusiasmo di esplorare i diversi paesaggi dell’isola. Un’isola sicuramente piacevole da scoprire ma che non è così accattivante come Honolulu o Ibiza. Un parere comunque soggettivo.
Pesantezza
Se le qualità e i difetti del gameplay alla fine si bilanciano, è ciò che circonda questo Test Drive Unlimited Solar Crown che alla fine renderà il gioco indigesto. In primis la fase di gestione del vostro avatar del tutto incidentale ma soprattutto ormai obsoleto. La modellazione, la personalizzazione e tutto ciò che riguarda il viaggio sono catastrofici. Il titolo avrebbe beneficiato dell’utilizzo delle basi di TDU per velocizzare la navigazione, piuttosto che creare una versione scontata di TDU2. Giochi a Test Drive per guidare, non per controllare con difficoltà un avatar in una concessionaria o in una stanza d’albergo.
Ciò aggiunge lentezza a lentezza. Perché TDUSC richiede… una connessione Internet obbligatoria. Una decisione che rappresenta l’ultimo chiodo nella bara perché aggiunge un’inutile pesantezza (e, soprattutto, un limite) di cui avremmo potuto fare a meno. Perché al di là dei tanti problemi inerenti ad una decisione del genere (server sovraccarichi al momento del lancio, disconnessioni, bug di ogni genere, ecc.), significa anche non poter riavviare direttamente una gara. Siamo costretti a ritornare sulla mappa, ritentare la gara e quindi moltiplicare i tempi di caricamento che risultano piuttosto lunghi. Anche quando nessun altro giocatore si unisce alla tua gara. Il peggiore? Non poter fare una pausa durante una gara!
Conclusione
Test Drive Unlimited Solar Crown fa rivivere inesorabilmente i bei ricordi. Troviamo le qualità che hanno fatto la forza della licenza, una conoscenza di un’ottima giocabilità e una modellazione delle auto abbastanza fedele. Sfortunatamente, questa nuova opera non sembra tenere conto di un fattore importante: il piacere del giocatore. Il tutto è rovinato da decisioni troppo sbagliate (navigazione, connessione obbligatoria, ecc.) che aggiornamenti e integrazioni (l’isola di Ibiza è prevista nella roadmap del gioco) non basteranno a risolvere, soprattutto vista la concorrenza nel settore. E questo è un peccato.
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