Dovremmo essere felici che la rivista scientifica Naturauno dei più influenti, invita nell’edizione del 9 gennaio a una discussione sull’editing del genoma umano – la capacità di modificare in vitro la sequenza del DNA di un embrione, fin dal suo concepimento, per migliorare il suo patrimonio ereditario e quello dei suoi discendenti?
Il primo, folle tentativo, ha portato alla nascita, nel 2018, di due gemelle, Lulu e Nana, nelle quali erano stati alterati un gene fuori bersaglio e sequenze di DNA (non bersaglio della manipolazione). Il suo autore, il cinese He Jiankui, ha trascorso tre anni in prigione. Tale intervento è ora vietato in qualsiasi parte del mondo. Tuttavia, quella prevista dalla rivista britannica è una scala di modificazione genetica completamente diversa.
“Anche se occorreranno diversi decenni prima che la scienza e le tecnologie dell’editing del genoma umano possano essere applicate in modo preciso e su larga scala, sono già sulla buona strada (…). Le aziende devono essere pronte, comprenderne i vantaggi e i pericoli e sapere cosa fare quando sarà il momento”.conclude il suo editoriale. Non dobbiamo ancora confonderci nel dibattito e, sotto la copertura di un sonoro avvertimento, alimentare i miraggi velenosi dell’onnipotenza del gene.
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Salute