Il ruolo dei singoli individui nella lotta contro il cambiamento climatico, l’inquinamento o la perdita di biodiversità è stato oggetto di controversie negli ultimi anni.
Ma mentre si può discutere sulla portata della loro importanza, i piccoli gesti devono essere presi in considerazione quando si tratta di stabilire una strategia a livello nazionale.
Tuttavia, questi comportamenti individuali e quotidiani non vengono presi in considerazione nelle politiche di conservazione della biodiversità del 90% dei paesi. Questa è la recente osservazione di uno studio dell’Università del Surrey, che mette in luce leggeroleggero una grave lacuna nelle politiche nazionali di conservazione.
Questa scoperta solleva interrogativi cruciali mentre i leader si riuniscono proprio adesso per la COP16 sulla biodiversità a Cali, in Colombia.
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Il ruolo delle individualità nella lista nera
« Abbiamo un punto cieco nelle nostre politiche sulla biodiversitàspiega Melissa Marselle, coautrice dello studio. Parliamo molto di grandi azioni come la gestione delle risorse, ma spesso dimentichiamo che anche le nostre scelte quotidiane, come ciò che consumiamo, svolgono un ruolo cruciale nella perdita di biodiversità.. »
Per definire le azioni individuali, i ricercatori si sono concentrati su agricoltori, consumatori, cacciatori, pescatori, volontari e comunità locali. E secondo la ricerca, solo l’11% delle polizze in questionequestione della biodiversità affrontano il ruolo essenziale degli eco-gesti per la conservazione.
Tra questo 11% che tocca solo l’argomento, solo il 3% offre raccomandazioni concrete per incoraggiare le persone a cambiare i propri comportamenti per andare avanti.
« Dal cibo che mangiamoariaaria che respiriamo, la natura è al centro della nostra vita quotidiana. Se non agiamo adesso, rischiamo di danneggiare il nostro ambiente e di compromettere il futuro delle prossime generazioni », spiega il ricercatore. Ogni piccola azione conta ed è tempo di agire insieme per proteggere il nostro Pianeta.
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