C’è quello che indossa un gilet fluorescente con una scritta “1 metro” e due frecce, per incoraggiare gli automobilisti a mantenere le distanze. Quella che sfoggia una videocamera GoPro sul casco per registrare tutto, perché “non si sa mai”. Quello che sorride freneticamente a tutte le macchine: “li destabilizza, non osano insultarmi dopo”. In Place de la République, a Parigi, come in altre città della Francia, diverse centinaia di ciclisti si sono riuniti sabato 19 ottobre per rendere omaggio a Paul Varry, schiacciato martedì da un conducente di SUV dopo un alterco nella zona ovest della capitale. E ognuno testimonia la propria “strategia” per evitare di salire sulla strada.
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Corentin Lack spiega la sua: “un mix tra educazione e azione diretta. » Il 22enne studente di biotecnologie si cimentò nell’insegnamento, quando un automobilista parcheggiato in mezzo alla pista ciclabile gli spiegò che “è solo per due minuti” è molto tentato da “una piccola sosta” nel suo specchietto retrovisore. “Quando mi accorgo che lui non si rende nemmeno conto che mi sta mettendo in pericolo, non so più cosa fare. »
Dice che un anno fa un taxi gli ha tagliato la strada e lui è volato sopra il cofano. Poco prima, un altro, parcheggiato sulla pista ciclabile che stava percorrendo il giovane, era sceso dall’auto per lui “attaccane uno” . Quindi la morte di Paul Varry lo ha reso “effetto specchio” : “Mi fa venire i brividi lungo la schiena pensare che avrei potuto morire quel giorno. E anche più volte. » Uno, due, dieci manifestanti si fermano a fotografare il “avresti potuto essere tu, io” scritto sul suo cartello. Dalla bici pieghevole alla cargo bike, dal ciclopendolare all’appassionato di raid outdoor, ognuno di noi ha un aneddoto che potrebbe “andare storto” raccontare.
“Ora bisogna muoversi”
Anche Alessandro Loco “in bancarotta” lo scorso giugno. Un automobilista si è voltato per tornare verso di lui ed uscire dalla sua auto. Se non fosse intervenuta una ragazza vestita di blu, “Chissà come sarebbe andata a finire”. Insiste: “Quello che è successo a Paul non è un caso isolato, succede tutti i giorni. » Così il 33enne direttore artistico è venuto come gli altri a manifestare il suo sostegno, a manifestare “restiamo uniti”rendi omaggio… “Ma questo non basterà, le cose devono muoversi adesso. » Sylvie Aebischer è d’accordo, brandendo un pezzo di cartone verso le sciarpe tricolori raccolte davanti a lei. Sopra, tre parole “molto semplice” sono registrati lì: “Divieto di SUV”. “A un certo punto basta, bisogna ripensare lo spazio pubblico”decide questo attivista educativo della CGT, 44 anni.
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