lo scioglimento del permafrost innesca una reazione a catena imprevista!

lo scioglimento del permafrost innesca una reazione a catena imprevista!
lo scioglimento del permafrost innesca una reazione a catena imprevista!
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Questo è quello che chiamiamo un circolo vizioso, dal quale sarà difficile uscire. Sappiamo quanto lo scioglimento del permafrost rappresenti una minaccia per il clima. Mettendo a disposizione enormi quantità di questionequestione organici fino ad ora intrappolati nel ghiaccio, questi sono enormi volumivolumi dei gas serra che stanno per entrare nell’atmosfera. Ma non è tutto. Perché le zone artiche sono teatro di altro reazioni a catenareazioni a catena altrettanto preoccupante.

Quindi, il fontefonte in particolare il permafrost sottopone numerosi minerali a processi di alterazione solfurisolfuri. A contatto con l’ossigeno presente nell’atmosfera, questi poi produrranno acidiacidi. Tuttavia, questi acidi parteciperanno essi stessi all’alterazione degli altri mineraliminerali presente nelle vicinanze. Un processo che si conclude con il rilascio di CO2.

Ok, è preoccupante, ma questo processo è significativo? Sì, dicono i ricercatori dell’Università di Oxford in un nuovo studio, pubblicato sulla rivista Progressi della scienza.

Riscaldamento globale: anche le rocce iniziano a rilasciare tonnellate di CO2

Un team di scienziati è infatti riuscito per la prima volta a quantificare la CO2 emessi alla fine di questa catena di reazioni. E i valori non sono molto rassicuranti. Lo studio si è concentrato sul bacino del fiume Mackenzie in Canada. Rivela che le concentrazioni di solfato (SO42-))che sono un prodotto dell’alterazione dei minerali solforati, sono molto sensibili all’aumento della temperatura. Pertanto, tra il 1960 e il 2020, un aumento della temperatura di 2,3°C in questa regione ha comportato un aumento dell’alterazione dei solfuri del 45%! Gli scienziati hanno stimato che entro il 2100 il bacino del fiume Mackenzie potrebbe produrne 3 miliardi kgkg/al CO2 ! Questo rappresenta la metà del trasmissionitrasmissioni annualeannuale dell’aviazione nazionale canadese, spiegano i ricercatori in un comunicato stampa.

L’impatto del riscaldamento globale sull’intera zona artica potrebbe quindi avere conseguenze considerevoli. Senza dimenticare che queste emissioni naturali di CO2 non fanno altro che rinforzare l’effetto serra e quindi l’aumento delle temperature. E così via.

Le torbiere contribuiranno a ridurre queste emissioni?

Questo studio mostra ulteriormente l’importanza di tenere conto diossidazioneossidazione minerali solforati nei modelli di cambiamento climatico. Comprendere questi processi geologici è fondamentale anche per poter trovare soluzioni per fermarli, o almeno rallentarli. È su questo punto che ora si stanno concentrando i ricercatori. Studi sul campo rivelano anche che la presenza di paludipaludi contribuirebbe a ridurre il processo di ossidazione del solfuro. Proteggere e sostenere lo sviluppo di questi zone umidezone umide potrebbe quindi essere interessante per ridurre le emissioni di CO22 in queste zone artiche.

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