una nuova tecnologia a bordo della ISS

una nuova tecnologia a bordo della ISS
una nuova tecnologia a bordo della ISS
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L’innovazione nella biostampa ha raggiunto un nuovo traguardo con il lancio di una biostampante 3D nello spazio. La tecnologia consentirebbe agli astronauti di “creare strutture simili a tessuti per sostituire parti danneggiate dei loro corpi”, come ustioni o lesioni ossee.

L’azienda finlandese Brinter AM Technologies ha collaborato con Redwire Space NV, un’azienda di sistemi spaziali, per inviare la biostampante Brinter Core a bordo della Stazione Spaziale Internazionale (ISS). Il progetto, supportato dall’Agenzia Spaziale Europea (ESA), mira ad adattare la tecnologia all’ambiente unico dello spazio, incluso il modulo Columbus dell’ISS, dedicato alla ricerca scientifica.

La biostampa 3D in orbita è ancora un campo relativamente nuovo, ma con prospettive promettenti. Come spiega Tomi Kalpio, CEO di Brinter AM Technologies, in un comunicato stampa, “Le tecnologie di biostampa hanno un grande potenziale per supportare i trattamenti medici, anche nello spazio, e aumentare l’autonomia dell’equipaggio nelle missioni di lunga durata. Gli astronauti potrebbero creare strutture simili a tessuti per sostituire parti danneggiate del loro corpo, ad esempio per curare ustioni cutanee o lesioni ossee, o stampare medicinali personalizzati adatti idealmente alla persona”.

Uno degli obiettivi principali di questo progetto è esplorare gli effetti della microgravità sulle strutture cellulari stampate in 3D. In effetti, la gravità quasi zero dello spazio potrebbe rivelare nuove dinamiche cellulari, consentendo una migliore comprensione della biologia umana in ambienti estremi. Ciò potrebbe in ultima analisi portare a progressi nella gestione delle emergenze sanitarie per gli astronauti, in particolare nel caso di ustioni o lesioni ossee.

Oltre alle applicazioni immediate per la salute spaziale, i ricercatori sperano anche di approfondire le loro conoscenze in settori quali la tossicologia o la produzione di farmaci grazie a questa biostampante. Le capacità del Brinter Core consentono la creazione di matrici cellulari e tessuti umani, come ossa e cartilagine, ma anche potenzialmente organi interi, offrendo così nuove possibilità nel campo della medicina rigenerativa.

Inoltre, l’ambiente spaziale unico potrebbe offrire vantaggi inaspettati per la biostampa. Senza la gravità terrestre, le strutture stampate in 3D non necessitano di supporto, il che potrebbe semplificare e accelerare la creazione di tessuti complessi. La capacità di studiare la formazione e la rigenerazione dei tessuti in queste condizioni uniche potrebbe rivoluzionare la nostra comprensione della biologia umana.

I progressi in questo campo non si limitano allo spazio. Le tecnologie sviluppate per la biostampa in orbita potrebbero avere implicazioni anche sulla Terra, in particolare nel campo della medicina rigenerativa. La stampa di tessuti o organi umani potrebbe alla fine consentire trattamenti innovativi per pazienti affetti da gravi lesioni o malattie croniche.

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