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Lo yen è in territorio positivo, sostenuto da un possibile rialzo dei tassi giapponesi

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Lo yen è in territorio positivo giovedì, con i mercati che anticipano un ulteriore aumento venerdì del tasso di riferimento da parte della Banca del Giappone (BoJ), che utilizza da tempo tassi negativi per stimolare la crescita dei salari e dei prezzi. Intorno alle 10:30 GMT (11:30 a Parigi), la valuta giapponese ha guadagnato lo 0,16% contro il biglietto verde, a 156,27 yen per dollaro, e lo 0,07% contro l’euro, a 162,80 yen. Questo “Atteso aumento dei tassi” di 0,25 punti, già ampiamente integrato dal mercato, non sarà tuttavia sufficiente a sostenere lo yen in modo più sostenibile, ritiene Patrick Munnelly di Tickmill. Anche i funzionari monetari giapponesi dovranno esibirsi “un fermo impegno per futuri aumenti”dice l’analista.

La BoJ ha posto fine alla sua politica di tassi negativi nel 2024, aumentandoli due volte fino a raggiungere lo 0,25%, un livello mantenuto da allora, soprattutto di fronte alle incertezze economiche interne e internazionali. La settimana scorsa, il governatore dell’istituto monetario, Kazuo Ueda, aveva parlato di un possibile aumento a gennaio, dicendosi fiducioso sugli aumenti salariali nel Paese, capaci di rilanciare consumi e crescita. Il dollaro, dal canto suo, si prende una pausa giovedì, perdendo lo 0,07% contro l’euro, a 1,0418 dollari.

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L’oro è salito

La mancanza di slancio del biglietto verde “riflette un certo sollievo” del mercato, avendo Donald Trump “finora ritardata qualsiasi azione immediata volta ad aumentare i dazi doganali”stima Lee Hardman, analista della MUFG. Di ritorno questa settimana alla Casa Bianca, il nuovo presidente americano ha minacciato un aumento dei dazi doganali per Messico e Canada a partire da febbraio, ma anche per Unione Europea e Cina – senza però darne immediata esecuzione.

Di fronte a queste incertezze, mercoledì l’oro si è riportato a una trentina di dollari dal suo massimo storico di 2.790,10 dollari raggiunto a fine ottobre. Giovedì si stabilizza non lontano da questo record, in leggero ribasso dello 0,30%, a 2748,10 dollari l’oncia. Lo ha detto giovedì anche la Banca di Norvegia durante la riunione di politica monetaria “preoccupato per il rischio di un aumento delle barriere commerciali internazionali” probabilmente influiranno sulla crescita. Come previsto, ha lasciato invariato il tasso di riferimento, al 4,5%, il livello più alto dal 2008, e ha confermato che era prevista una riduzione. “probabile” un marzo.

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