In un contesto di rapido calo delle aliquote sui conti di risparmio esentasse, questo recente annuncio del governatore della Banque de France è una buona notizia per i milioni di titolari di un conto di risparmio popolare. François Villeroy de Galhau, durante un’audizione al Senato del 15 gennaio, ha raccomandato un tasso del 3,5% a partire dal 1° febbraio. Si tratta di un calo di solo mezzo punto.
Questo tasso – che dovrebbe essere monitorato dal governo – rappresenta una vera e propria “spinta” per i risparmiatori. Perché applicando la formula di revisione annuale automatica della LEP, il tasso dei libretti sarebbe dovuto scendere in pochi giorni al 2,9%. Moderando il declino futuro, la Banque de France mira a proteggere i risparmi delle famiglie con redditi modesti.
Come suggerisce il nome, la LEP è infatti destinata ai risparmiatori con risorse medie o modeste e il cui reddito non supera determinati massimali fissati dalla normativa. Tali risorse sono fissate secondo una scala che tiene conto della composizione del nucleo familiare. Queste condizioni si applicano alle persone che desiderano aprire un LEP. Con una precisazione importante per questi ultimi: quando il loro reddito fiscale di riferimento (RFR) supera il tetto durante un anno, possono comunque mantenere il loro LEP se il loro reddito scende al di sotto del tetto l’anno successivo.
I limiti delle risorse applicabili al conto di risparmio popolare vengono aumentati una volta all’anno per tenere conto dell’inflazione. Questo aggiornamento avviene il 1° gennaio, dopo la pubblicazione della legge finanziaria. Tuttavia, con l’abbandono del testo presentato dal precedente governo, la nuova scala per il 2025 non è stata ancora formalizzata. Dovremo quindi attendere la pubblicazione di un nuovo testo per conoscere la nuova tabella ufficiale.
Nonostante questo ritardo, è possibile stimare già oggi i nuovi massimali che entreranno presto in vigore. Secondo la formula di calcolo legale, i limiti di reddito della LEP sono fissati moltiplicando per 1,8 gli importi previsti dall’articolo 1417 del TU. La vecchia legge finanziaria prevedeva però che questi dovessero essere aumentati del 2% per tenere conto dell’inflazione. Un tasso che dovrebbe essere uguale, o almeno molto vicino, a quello che sarà fissato dall’amministrazione tra poche settimane.
Per stimare i futuri massimali di risorse da non superare per aprire o mantenere il proprio LEP nel 2025, è quindi sufficiente aumentare del 2% gli importi indicati nell’articolo 1417 del TU generale tributario, quindi moltiplicarli per 1,8. Con questo aumento, il reddito fiscale di riferimento per il 2023 o 2024 non dovrà quindi superare i 22.867 euro per una persona che vive sola. Un tetto che aumenta con il numero delle quote d’imposta presenti nel nucleo familiare, fino a raggiungere ulteriori 6.107 euro per metà quota. Cioè, ad esempio, 35.081 € RFR per una coppia senza figli, 41.188 € per una coppia con un figlio e 47.295 € per una coppia con tre figli.
Come possiamo vedere, il conto di risparmio popolare non è destinato solo alle famiglie più povere. Secondo gli ultimi dati comunicati dalla Banque de France, se finora 11,7 milioni di francesi risparmiano in una LEP, circa 19 milioni soddisfano le condizioni di risorse per averne una.
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