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davanti ai giudici l’aggressore sessuale di giovani ragazze evoca l’etil amnesia

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Editoriale La Repubblica della Senna e della Marna

Pubblicato il

20 gennaio 2025 alle 7:46

Nel suo entourage le ragazze lo chiamano “zio”. È un ex soldato oggi ha 49 anni: 25 anni di servizio nelle comunicazioni, più taciturno e la sera con il gomito alzato volentieri.

È noto anche per il suo mani vagantises osservazioni salaci e altre divagazioni razziste. Anche due figlie della famiglia, una di 13 anni e l’altra appena maggiorenne all’epoca dei fatti, scopriranno presto che lo “zio” può fare molto di peggio…

Nel tribunale penale

A più di quattro anni dai fatti commessi tra luglio e novembre 2019, a Quiers e Andrezel, nella Senna e Marna, si ritrovano accusatori e anche parti civili nel processo tribunale penale di Melun, contro il celebre zio che nel frattempo è andato in esilio in Vandea per ricominciare una nuova vita.

«I fatti sono gravi e avrebbero potuto portarti in tribunale visto che la presunzione di stupro è stata accettata da tempo», spiega il pubblico ministero all’imputato, all’udienza dell’8 gennaio 2025. Di fronte alle sue ex vittime diventate giovani donne in abbastanza grande per ribellarsi, l’uomo sulla cinquantina preferisce perorare amnesia etilica. Non ricorda nulla, o pochissimo: “Bere! Bevevo molto e non sapevo più cosa stavo facendo… non ero più me stessa”.

Il presidente gli spiega che in tal caso “ l’impero dell’alcol non è un elemento a discarico, ma al contrario aggravante. »

Ma la giovane sostiene che effettivamente c’è stato penetrazione digitale. Durante una serata in famiglia, mentre lei era accovacciata per raccogliere una bevanda versata da un altro ospite, lo zio avrebbe infilato la mano sotto i suoi vestiti, davanti agli ospiti. La giovane, fuori di sé, l’ha poi spinta contro il muro prima di essere trattenuta dai testimoni della scena. “Cosa volevi fare?” », chiede il presidente. “Dategli il diritto”, risponde, ancora sconvolta.

Una vittima di 13 anni

L’altra vittima era ancora più giovane al momento dell’incidente. Tredici anni ! Lei ricorda il toccante fugaci sotto il tavolo, di un vestito strappato, di inviti salaci e inequivocabili. Ricorda anche che lo zio l’aspettava in boxer sdraiato sul letto o le appariva completamente nudo di fronte nel cuore della notte.

Di fronte a tutte queste accuse, l’accusato rimane silenzioso o laconico, con la testa nascosta nelle spalle. I ricorrenti spiegano anche il postumi lasciati da queste esperienze: le ansie e il bisogno convulso di nascondere ancora il proprio corpo agli occhi degli altri, sovrapponendo strati di indumenti.

Prigione sospesa

L’avvocato delle parti civili deplora l’atteggiamento dell’imputato nei confronti del tribunale: “Le vittime avrebbero preferito confessioni chiare e rimpianti piuttosto che questa presunta perdita di memoria”.

Nelle sue osservazioni, il pubblico ministero torna al primo atto d’accusa per stupro precedente a questo riqualificazione In assalti sessuale. Parla anche della «personalità inquietante di uno zio salace che dà libero sfogo ai suoi impulsi, anche in pubblico». Richiede tre anni di carcere, due dei quali sospesi.

Per la difesa, Me Agathe Boissavy deplora “che nessun membro della cerchia familiare o degli amici sia riuscito a riformulare un simile individuo”. Sottolinea inoltre che “le vittime sono sempre molto sole in questo momento del processo poiché nessuno è presente per sostenerle. »

Alla fine, il tribunale condanna l’individuo a tre anni di carcere integralmente accompagnato da sospensione, con a dovere di diligenza e il divieto di contatto con le vittime. Viene inoltre registrata la registrazione per fascicolo degli autori di reati sessuali e dovrà risarcire le sue vittime.

Jean-François CALTOT

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