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La guerra commerciale con gli Stati Uniti è “molto probabile”, afferma un alto funzionario della Bce

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Nell’Eurozona i dazi doganali promessi da Donald Trump potrebbero portare ad un aumento dei prezzi, soprattutto se l’Europa risponderà con misure di ritorsione, spiega Isabel Schnabel.

Una guerra commerciale con gli Stati Uniti “è molto probabile” sotto la presidenza di Donald Trump, con conseguenze negative sull’attività e sui prezzi, ha avvertito domenica un alto funzionario della Banca centrale europea (BCE). I dazi doganali hanno avuto un ruolo “un ruolo centrale nella comunicazione di Donald Trump”che lunedì sarà insediato presidente, quindi, “è molto probabile che scoppi una guerra commerciale”dichiara Isabel Schnabel, membro del comitato esecutivo della BCE, in un’intervista sul canale YouTube del sito tedesco di consulenza finanziaria Finanztip.

Donald Trump prevede di imporre, a partire dal 20 gennaio, dazi doganali del 25% su tutti i prodotti provenienti da Messico e Canada, citando la lotta contro l’ingresso di droga e migranti. Anche la Cina, già nel mirino durante il suo primo mandato, potrebbe vedere le sue tasse aumentare del 10%.

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“Un veleno per l’economia”

Nel mirino c’è anche la zona euro, in particolare la Germania che ha il surplus commerciale più elevato con gli Stati Uniti. Per la zona euro, questi dazi potrebbero portare ad un aumento dei prezzi, soprattutto se l’Europa rispondesse con misure di ritorsione, che porterebbero tutte a “un aumento dei prezzi all’importazione”spiega Isabel Schnabel. Nell’immediato futuro, l’incertezza attuale è “un veleno per l’economia” rallentando i consumi e gli investimenti, avverte.

In generale, secondo il banchiere centrale, i dazi portano a perdite di prosperità su scala globale: mentre la globalizzazione ha portato significativi guadagni di ricchezza in Europa, “Ora potremmo dover prepararci a vedere almeno alcuni di questi guadagni invertiti”dice al sito di consulenza finanziaria.

Nonostante questo contesto minaccioso, la BCE lo è “sulla strada giusta” di raggiungere il suo obiettivo di inflazione del 2%, assicura Isabel Schnabel, il che dovrebbe permettere all’istituto di continuare ad abbassare i suoi tassi, la prossima occasione si presenterà alla fine di gennaio. Dopo i quattro tagli decisi da giugno per ridurre il tasso di riferimento dal 4% al 3%, la BCE si avvicina “dal punto in cui dovremo valutare attentamente fino a che punto possiamo arrivare”conclude il banchiere centrale, sostenitore di una politica monetaria rigorosa.

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