DayFR Italian

ecco i negozi dove va di tutto, anche i prodotti proibiti

-

Questa settimana ha segnato la fine di una lunga saga: con la censura del governo Barnier, diverse questioni politiche sono rimaste senza risposta, tra cui il destino dei buoni ristorante. Ufficialmente prorogati, poi vietati dal 1° gennaio 2025, i buoni pasto hanno finalmente vinto la loro causa, beneficiando di una proroga nei supermercati fino alla fine del 2026.

Anche se la maggior parte dei marchi è stata lenta ad adeguarsi, sperando in un rapido ritorno alla normalità dopo la nomina di un nuovo governo, ora la situazione è ufficiale. Inoltre prodotti direttamente consumabili (panini, pane, prodotti in scatola, surgelati, piatti pronti, frutta e verdura, ecc.), tutti i prodotti alimentari restano ammessi al pagamento in buoni ristorante. È il caso delle uova, del burro, dello zucchero, dell’olio, della pasta e della maggior parte dei cibi crudi. Abbastanza per permettere ai 5,4 milioni di beneficiari francesi di ridurre un po’ il loro budget mensile.

Numerosi marchi accettano anche prodotti non alimentari

Se i prodotti alimentari beneficiano di una proroga di due anni, i prodotti non alimentari sono sempre stati esclusi dal pagamento dei buoni pasto. Un recente sondaggio pubblicato da Capitale evidenzia diversi marchi che non rispettano le attuali linee guida. Più concretamente, e anche se non è da escludere che il punto vendita visitato sia un caso isolato all’interno del marchio, i nostri colleghi spiegano come hanno potuto, non solo acquistare direttamente prodotti non consumabili, come olio, pasta e riso (che permettevano ricordiamo, sono nuovamente autorizzati), ma anche prodotti per l’igienecome carta igienica, detergenti per la casa o persino cibo per animali domestici.

Da Monoprix, Auchan, U o anche da Lidl è la stessa cosa: è possibile pagare tutta la spesa con buoni pasto, fino a 25 euro al giorno, ma sono vietati i prodotti per la casa. Per fare la spesa senza vincoli, meglio affidarsi a Carrefour City, che autorizza il pagamento non solo della spesa alimentare, ma anche dei prodotti per la casa, teoricamente vietati. Il premio va a Franprix, dove anche l’alcol è ammissibile.

Una vaghezza giuridica molto pratica

In attesa di essere richiamati ufficialmente all’ordine, i marchi giocano sulla vaghezza legislativa ambientale, a vantaggio soprattutto dei consumatori. Non c’è da stupirsi, quindi, che i ristoratori siano ostili alla situazione. Solo quattro buoni ristorante su dieci vengono utilizzati negli stabilimenti alimentari, riferisce uno studio pubblicato lo scorso settembre dal sindacato dei ristoratori (UMIH).

???? Per non perdere nessuna notizia sul Journal du Geek, iscriviti su Google News. E se ci ami, abbiamo una newsletter ogni mattina.