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Ivan Leko si assume la responsabilità dopo la sconfitta dello Standard contro il Gent: “È colpa mia”

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Leko aveva torto

Ivan Leko non voleva rivivere il “la peggiore partita della stagione” dell'andata (5-0, 10 novembre). Viste le defezioni, compresa quella di Bolingoli, puzzava come un albero per il tecnico croato, costretto ad armeggiare in difesa. Il regno dell'intraprendenza. O'Neill ha dovuto dare una mano sull'asse difensivo. Doumbia non iniziava una partita da otto mesi. Price ha giocato nell'insolita posizione di centrocampista difensivo, con lo stesso spreco che altrove. Scommessa sicura: Sutalo. Una roccia. Inaffondabile.

Grande delusione per Léandre Kuavita e i Rouches. ©DHA

“È colpa mia. Il piano non ha funzionato nel primo tempo, Leko ha ammesso umilmente. Ho provato diverse cose in allenamento e so che Aiden è un giocatore chiave nel nostro centrocampo, ma a volte come allenatore hai una sensazione. A volte è quella giusta, a volte no.”

Ha alternato rapidamente i ritocchi. Kuavita un po' più laggiù. Bulat ancora un po' laggiù. Ayensa poco più a sinistra, poi al centro, dietro Zeqiri. “Dopo dieci minuti speravo fosse già l'intervallo perché sentivo che non era la scelta giusta”.

Uno stadio pazzesco

Nell'intervallo è Sclessin a fischiare. E Leko ha cambiato organizzazione: Camara ha sostituito Bulat, O'Neill è tornato al posto del “6” e Doumbia sull'asse difensivo. “Lo staff medico mi ha detto che giocare con Ilay dai 45 ai 60 minuti non era rischioso, avrei preferito farlo a fine gara. La sua ascesa ha rimesso in piedi lo Standard.

Il filo della partita

C'era vita. Finalmente. Proiezioni. Un po' di magia e imprevedibilità. Vere e proprie occasioni, durante un'ultima mezz'ora pazzesca. Aprire. Recupero di Sutalo parato praticamente sulla linea da Ito (63esimo). Un tiro di Ayensa sopra (64esimo). Un colpo di testa di Kuavita mal aggiustato (71esimo). Un tiro di Camara in rete laterale (76esimo).

Ilay Camara ha fatto un'ottima salita.

Nel frattempo viene annullato il gol di Price per leggero fuorigioco (66esimo). Sclessin continua a spingere, in un clima assordante. “Per quanto non siamo stati bravi all'inizio della partita, nella ripresa siamo stati presenti. Non abbiamo lasciato nulla, abbiamo ritrovato la verticalità… Quando vedi il tifo dallo stadio, significa tanto. Sono molto orgoglioso di quello che hanno dato i giocatori”.

Non sono stati premiati. Finirono addirittura per crollare. Esausto. Surdez ha concluso un pasticcio (0-1, 84esimo).

La condivisione avrebbe già causato quasi rimpianti. Non parliamo di sconfitta.

Lo Standard ha sfiorato l'operazione d'oro, ovvero allargando il gap rispetto ai playdown, e avvicinandosi molto ai primi 6. Resta nel ventre molle (24 punti) e avrà la possibilità di concludere bene il 2024, giovedì a Mechelen.

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