Pubblicato il 21 dicembre 2024 alle 07:50. / Modificato il 21 dicembre 2024 alle 14:46
6 minuti. lettura
Al largo
Per tutta la decima edizione della Vendée Globe, la più prestigiosa delle regate nautiche, “Le Temps” offrirà un racconto coinvolgente della giornalista Virginie Troussier, che navigherà tra strategia, traiettoria, condizioni meteorologiche e confidenze dei partecipanti. Una serie concepita come un'esplorazione sia sportiva che filosofica del rapporto tra il marinaio e l'oceano. La nostra serie
L'avventura continua con la stessa intensità nel Pacifico. Gli scafi in carbonio dividono le pale delle onde. L'anima cambia virata con la stessa andatura della barca. E i neuroni navigano sulla schiuma degli eventi. I venti dominanti occidentali, rafforzati dalle grandi depressioni che nascono a queste latitudini, continuano ad esercitare la loro azione su queste immense aree desertiche. Le temperature si abbassano sempre di più. Dopo quaranta giorni in mare e per alcuni mezzo giro del mondo, la regata conserva tutto il suo fascino. I navigatori si affrontano in un'implacabile battaglia navale, indipendentemente dalla loro posizione sullo scacchiere planetario. Ognuno ha la propria media, il proprio obiettivo. Il clima è di rabbia tra i velisti in testa alla regata, incarnati dal trio Dalin-Richomme-Simon. Dopo 36 ore trascorse a riparare una vela, Charlie Dalin afferma a gran voce il suo desiderio di conservare il primo posto. Con il pugno chiuso, lo ha annunciato nel suo ultimo video: “Macif Santé Prévoyance è tornato al 100%, mi senti? Ripeto, torniamo al 100%!”
Lo skipper Yoann Richomme (Paprec Arkéa, 2°) non intende lasciarlo scappare. Amici sui pontili e complici sulle onde, i due marinai avrebbero quasi potuto brindare in questo nuovo incontro, prua a prua, ma si tratta di restare tattici. Richomme sembra vedere lo sport come un gioco di scacchi multidimensionale che richiede giocoleria costante. Giocolieri della depressione, allenatori di spina dorsale, funamboli del mantello. Fino a poche settimane fa sembrava pentirsi della sua cauta scelta di una rotta verso nord, che non aveva dato i suoi frutti. Mentre Charlie Dalin e Sébastien Simon (Groupe Dubreuil, 3°) prendevano il comando, ha osservato che il divario si stava allargando. Alla fine è riuscito a raggiungerli e, soddisfatto, ha spiegato: “Ho lavorato duramente per cogliere ogni minima opportunità, ogni volta che passavo attraverso la tana del topo per connettermi con i sistemi meteorologici davanti. La barca sta andando meravigliosamente, non ho fatto quasi nessun ritocco, sono in sintonia con la rotta, non avrei potuto sognare di meglio.”
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