Dopo lo sprint molto incoraggiante di giovedì, l'inseguimento ci è sembrato ancora una volta idilliaco. Ma se sogni troppo il biathlon francese, finisci per bruciarti le ali.
Perrot e Jacquelin rovinano la nostra giornata di biathlon
Fin dall'inizio della gara, l'intensità colpisce lo schermo. Che sia sugli sci o dietro la carabina, l'impegno di tutti i biathleti ci mette un'ansia terribile. E abbiamo motivo di preoccuparci. Dal primo tiro da sdraiato, se i due norvegesi Martin Uldal e Johannes Boe non accendono l'anello di rigore, Émilien Jacquelin ha la pessima idea di imitarli. Il francese si ritrova sul podio provvisorio dopo il primo scatto, mentre partiva 8°. Questo rialzo comincia a diventare fastidioso.
Incrociamo allora le dita e aspettiamo religiosamente il secondo colpo per vedere un francese schioccare dietro il fucile. Ma Jacquelin e Perrot hanno segnato 10/10 e, peggio ancora, Martin Uldal ha commesso due errori. I Blues si prendono un posto, questa storia comincia a puzzare di bruciato. E l'inquadratura da fermo non fa altro che confermare i nostri dubbi; se Jacquelin scopre FINALMENTE l'anello di rigore, Perrot continua la sua prestazione impeccabile sul poligono. Bis ripetuto all'ultimo tiro, sinonimo di un insolente 20/20 per Éric Perrot. Fortunatamente, Johannes Boe esiste in questo mondo.
Doppio podio tricolore quindi per Éric Perrot ed Émilien Jacquelin, che risaliranno ciascuno di cinque posizioni. Concludiamo questo articolo con l'unico raggio di sole della giornata. Menzione speciale, infatti, per Quentin Fillon-Maillet, che ha perso 14 posizioni in gara. Partito 10, arrivato 24. Convalidiamo.
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