Un “Grenelle” del calcio professionistico francese. Appena rieletto presidente della Federcalcio francese (FFF), sabato 14 dicembre, Philippe Diallo ha annunciato l’organizzazione di una “grande conferenza nazionale” nel gennaio 2025. Se include il calcio dilettantistico nel suo allarme, posto sotto la sua diretta responsabilità, insiste soprattutto sulla crisi che attraversa il calcio professionistico, minato dalla drastica riduzione dei suoi diritti di trasmissione, reso invisibile dalle sue nuove emittenti e travolto dalle conclusioni di un rapporto senatoriale sulla sua finanziarizzazione.
Il suo probabile declassamento economico e sportivo è tanto più deplorevole in quanto la preparazione rimane a un buon livello, i progetti sportivi stanno migliorando, le presenze in aumento e alcune squadre stanno brillando in questa stagione nelle competizioni europee.
Ma per un’élite strangolata dalle proprie debolezze dopo l’epidemia di Covid e il ritiro dell’emittente Mediapro, “la prospettiva di distribuire fondi ha avuto la precedenza su ogni altra considerazione”hanno concluso i senatori.
Errori strategici seriali
Designano così la creazione nel 2022 della società commerciale LFP Média, da parte della Professional Football League (LFP) e del fondo di investimento lussemburghese CVC Capital Partners. Quest’ultimo ha pagato 1,5 miliardi di euro in cambio di una rendita pari al 13% dei ricavi del campionato francese per 99 anni.
Dopo l’ipoteca, le promesse: la Lega ha messo come obiettivo il miliardo di euro annuo per i diritti televisivi per il ciclo 2024-2029. Ne ha ottenuti solo la metà e l’emittente principale DAZN, considerata troppo costosa, aveva solo 500.000 abbonati. CVC, la cui competenza avrebbe dovuto contribuire ad aumentare i diritti, sta ora riducendo le entrate del 25%.
La distribuzione della manna ha favorito eccessivamente le scuderie più ricche, aumentandole “il rischio di un campionato a più velocità”. Nel complesso, i club hanno investito meno nel loro sviluppo che in trasferimenti e stipendi, vivendo “al di là delle loro possibilità”. La ciliegina sul fiasco: l’operazione ha dato luogo anche, il 5 novembre, a perquisizioni nell’ambito di un’indagine preliminare della Procura nazionale delle finanze per “appropriazione indebita di fondi pubblici”, “corruzione attiva e passiva di pubblici ufficiali” e “illecito presa di interessi”.
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