Charlie Dalin (Macif Santé Prévoyance) occupa ancora la testa della Vendée Globe sabato mattina, dirigendosi verso il sud della Nuova Zelanda, con al suo seguito un nuovo secondo classificato, Yoann Richomme (Paprec Arkéa), tornato a meno di 200 metri nautici miglia dal leader.
Rimasto orfano del suo foil di dritta per una settimana, Sébastien Simon (Groupe Dubreuil), che occupava il secondo posto da dicembre, completa il trio di testa e resta appeso a meno di 10 miglia da Richomme.
“Non è la cosa più bella essere sorpassati in quel modo. È un po’ ingiusto ma fa parte del gioco”, filosofeggia Simon, in un video in cui vediamo Yoann Richomme che lo sorpassa.
I tre navigatori sono finora gli unici ad essere entrati nel Pacifico dopo aver superato il sud della Tasmania e essersi allontanati – almeno temporaneamente – dalla zona di esclusione antartica (AEZ), vietata perché popolata da iceberg, dirigendosi verso sud della Nuova Zelanda.
Dietro, il resto della top 10 resta invariato e mantiene il ritmo di testa, ma una nuova “dorsale”, una zona di transizione tra due sistemi di bassa pressione, potrebbe rallentarli.
Fuori dalla top 10, Justine Mettraux (Teamwork-Team Snef) mantiene la sua undicesima posizione. Alan Roura (Hublot), 20°, è ancora a poco più di 40 miglia dal mitico Jean Le Cam, decano della manifestazione. Oliver Heer dello Zurigo (31°, Tut Gut) è ai margini della top 30.
Nella parte più arretrata, l’ungherese Szabolcs Weöres (Nuova Europa) si trova a più di 6.500 miglia da Dalin e sta ancora navigando nell’Atlantico, a diverse centinaia di miglia dal Capo di Buona Speranza, la porta dell’Oceano Indiano.
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