Gli atleti di punta rivelano e parlano sempre più apertamente e spesso dei propri difetti. Ala dello Stade Toulousain e nazionale italiano (21 presenze), Ange Capuozzo ha confidato in un’intervista a L’Equipe di aver attraversato un momento psicologicamente delicato, che definisce “depressione” (anche se non è stata diagnosticata da un medico e non è seguita trattamento), la scorsa stagione dopo la Coppa del Mondo 2023.
In una stagione in cui ha dovuto fare i conti con diversi infortuni (scapola, coscia, ecc.), la sua carriera ai Mondiali si è interrotta nella fase a gironi e ha subito una commozione cerebrale contro la Francia. Questo periodo di malumore, racconta, se lo è tenuto dentro soprattutto: “In fondo lo sapevo, ma non ho detto niente. Non mi permettevo di sperimentare questo genere di cose. Non ne avevo il diritto (…) Era una forma di umiltà verso chi fa più fatica di me, che ha problemi di salute e di soldi. Non volevo lamentarmi quando avevo appena vissuto un Mondiale e giocavo per il miglior club del mondo. »
“Niente più mi dava emozioni”, dice. Anche il positivo non mi rendeva più felice. Non mi godevo più la vita. » Dice che deve la sua salvezza ai suoi cari, alla sua compagna e ai suoi genitori, che lo hanno accompagnato in questo periodo delicato. Dice anche di essere supportato psicologicamente, cosa che può rimanere un tabù nello sport: “La nostra generazione è informata sull’argomento. Il problema? Nessuno dice davvero che lo facciamo. Sappiamo però che molti si circondano e si fanno aiutare. Dobbiamo presumerlo. »
“Possiamo dire che siamo corazzati, questa è la natura di questi periodi”, dice. La depressione non previene. È difficile dirlo a parole. Per questo sono difficili da comprendere. Tuttavia, conoscere questi periodi ti consente di sapere che esiste una via d’uscita. (…) Dobbiamo far passare questo messaggio: la via d’uscita esiste! »
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