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Gli importi spesi per l’iniziativa “biodiversità”, respinta dai voti, sono maggiori del previsto

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Gli attori politici hanno speso più soldi del previsto durante la campagna per le votazioni del 22 settembre. Per i due progetti sono stati sborsati 11,8 milioni di franchi, mentre in agosto, 30 giorni prima del voto, erano stati annunciati circa 10,9 milioni.

I conti finali sono superiori del 7% rispetto ai preventivi annunciati, ha indicato venerdì in un comunicato stampa il Controllo finanziario federale (CDF). I fondi maggiori (6,1 milioni) sono andati alla campagna sull’iniziativa Biodiversità, mentre ne erano stati dichiarati 5,5.

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4,1 milioni per il “sì”, 2 milioni per il “no”

Alla fine il comitato partitico gli ha stanziato 4,1 milioni di franchi, ovvero 800 000 in più rispetto ai 3,3 milioni inizialmente dichiarati. Gli avversari hanno speso 2 milioni, mentre sono stati annunciati 2,2 milioni. Per quanto riguarda il secondo tema su cui si voterà il 22 settembre, il referendum contro la riforma del 2° pilastro, i budget effettivi per la campagna elettorale (5,7 milioni) sono leggermente superiori a quelli annunciati un mese prima (5,5 milioni). Il fronte del “sì” alla revisione ha speso 3,7 milioni, mentre il voto referendario, guidato da PS e USS, ha speso 1,9 milioni.

In termini di importi, questi controlli coprono l’84% delle entrate totali, precisa la CDF. Ha controllato sei delle 13 campagne dichiarate in totale. Gli attori politici devono ora presentare le informazioni sulla loro campagna alla CDF. Devono dichiarare nominativamente le campagne con un budget superiore a 50.000 franchi e le donazioni superiori a 15.000 franchi.

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Per la cronaca, l’iniziativa “Per il futuro della nostra natura e del nostro paesaggio” (iniziativa sulla biodiversità) è stata respinta con il 63% dei voti. Per quanto riguarda la riforma del LPP, è stata spazzata via dal 67% dei voti.