Una nazionale rimproverata per l’uso dei simboli svizzeri, un Parlamento che si occupa della questione, un Consiglio federale costretto a modificare una legge… Possiamo essere più svizzeri della vicenda che ha raggiunto il suo epilogo lunedì a Berna? Una cosa è certa: le selezioni svizzere di tutte le discipline e di tutti i livelli saranno ora libere di utilizzare lo stemma del Paese senza particolare autorizzazione.
Riavvolgiamo il nastro per chi non ha seguito. Nel maggio 2024, la squadra svizzera di hockey su ghiaccio ha raggiunto la finale della Coppa del Mondo giocata in Repubblica Ceca con una maglia che mostrava con orgoglio lo stemma del paese, una croce bianca su sfondo rosso. Nessun problema per la croce o lo sfondo, ma dal 2017 e dall’entrata in vigore del progetto “Swissness”, l’uso dello stemma è riservato alla Confederazione. Erano possibili delle eccezioni – ad esempio ne hanno beneficiato Victorinox o TCS – ma erano necessarie autorizzazioni eccezionali concesse dal Consiglio federale. Problema: la Federazione svizzera di hockey su ghiaccio (SIHF) non ne aveva richiesto uno. Né per la nazionale maschile, né per quella femminile, né per le selezioni junior.
Già nel 2018 l’Istituto federale della proprietà intellettuale (IPI) aveva informato l’organismo che l’utilizzo dello stemma svizzero era abusivo, senza che ciò producesse alcun effetto. Quest’anno l’IPI è quindi intervenuto, la SIHF ha contrattaccato davanti al Tribunale amministrativo federale, che si è pronunciato a favore dell’IPI. Le due parti hanno poi raggiunto un accordo: è stato siglato un accordo affinché l’attuale maglia, recante lo stemma illegale, possa essere utilizzata fino alla fine del 2026 prima che le Nazionali la cambino. La federazione ha ammesso la propria colpa.
Stemma “Onorato”.
Ma nel frattempo i cavilli amministrativi erano diventati una questione politica. E se davanti al Parlamento il consigliere federale Beat Jans si è sforzato di sostenere che non è necessario modificare una legge per un caso concreto già risolto, che è importante che la Confederazione resti l’unica a poter utilizzare distintivo e che non si dovesse “aprire il vaso di Pandora” di una correzione legislativa per così poco, non tutti erano della sua opinione.
Due mozioni simili presentate in entrambe le Camere, dal deputato socialista bernese Matthias Aebischer e dal senatore del PLR di Lucerna Damian Müller, chiedono che le squadre nazionali possano utilizzare legalmente lo stemma svizzero. Lunedì il Consiglio nazionale ha appoggiato con 137 voti favorevoli e 24 contrari il testo di Damian Müller, già accettato dal Consiglio degli Stati. Matthias Aebischer comunica che ritirerà immediatamente il suo testo.
Per la commissione, l’UDC vodese Sylvain Freymond ha sostenuto che le squadre nazionali sono “un potente simbolo di coesione e di rappresentanza”. Non usano lo stemma “in modo commerciale e abusivo, ma lo onorano”. Si tratta quindi di offrire loro un “legittimo riconoscimento”. Beat Jans e i suoi colleghi hanno ora due anni per modificare la legge.
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