Il giocatore di Lou lascerà il suo club a gennaio per unirsi al campionato degli Stati Uniti e a New Orleans, dove svolgerà un periodo da freelance di sei mesi. Una pausa di carriera che l’esterno della nazionale (30 anni, 1 selezione) considera come una pausa e un trampolino di lancio, prima di lanciarsi nella sfida finale nella Top 14 dal prossimo luglio.
Qualche settimana fa i miei agenti mi hanno dato l’idea di un’esperienza all’estero, chiedendomi se fossi disponibile o meno. Ho detto loro perché no, senza sospettare davvero che potesse concretizzarsi così rapidamente… E poi, una settimana o due dopo, sono tornati da me dicendomi che avevano un vantaggio con New Orleans da gennaio. Ecco, ho detto “fuoco”… Il mio contratto con il Lione scade a giugno 2025, ho giocato poco da inizio stagione. Sono piuttosto curioso per natura, quindi ho preferito prendere l’iniziativa piuttosto che restare a Lione senza fare nulla e sopportare la situazione. Piuttosto che restare lì sperando di giocare due o tre partite, potrei anche andarmene e divertirmi a scoprire un nuovo paese, una nuova vita, una nuova esperienza.
Spesso ho in mente una frase: “la vita è come andare in bicicletta, quando non vai avanti cadi”. Non vedo davvero l’ora di essere lì: la Louisiana è una delle rare ex colonie dove c’è ancora molta cultura francese, dai nomi delle strade, ai monumenti… Oltretutto non sarò nel territorio totalmente sconosciuto visto che l’allenatore è Nicolas Godignon, in squadra c’è anche Kélian Galletier, e anche l’amministratore delegato è un francese, Alexandre Maumont (ex direttore operativo della Paris-La Défense-Arena ), così come il presidente Thierry Daupin. Ma la molla, per me, è stata soprattutto che il Nola Rugby mi abbia offerto un contratto di sei mesi, con fine stagione in coincidenza con quella della Francia. Mi permette di vivere al meglio questa esperienza, permettendomi contemporaneamente di cercare un nuovo club in Francia per la ripresa a luglio. In più avrò la possibilità di condividere questo spaccato di vita per sei mesi con mia moglie e i miei due figli di sette e cinque anni e per i quali sarà un’esperienza fantastica…
Tanto più che, per quanto riguarda il rugby, il club di New Orleans è piuttosto popolare: mi hanno detto che ci sono tra le 4.000 e le 5.000 persone. Ammetto che per quanto riguarda il mio contratto non siamo affatto allo stesso livello di remunerazione dei Top 14, questo non c’entra niente. Ma per sei mesi, il deficit vale la pena. A trent’anni, se non avessi colto questa opportunità, avrei avuto dei rimpianti a fine carriera…
Voglio ringraziare anche il club Lou che è stato molto onesto e cordiale quando si è trattato di sciogliermi dal contratto anche se, a livello personale, c’è inevitabilmente un po’ di amarezza nel terminare così bruscamente la mia avventura al Lione perché dopo otto stagioni. Con Lou immaginavo un finale completamente diverso, soprattutto perché mi sento ancora pronto per giocare ad alto livello. Se – come può succedere – fossi stremato fisicamente e mentalmente, se non avessi più voluto giocare, penso che sarei stato onesto e lo avrei detto, tranne che non è assolutamente così. Mi sento bene, in buona forma, nel pieno della mia vita, quindi ovviamente mi sarebbe piaciuto un finale completamente diverso, ma questa è la vita di un grande atleta. Non sai mai veramente quando inizi o quando finisci, solo che c’è un inizio e una fine per ogni cosa.
Voglio solo vedere questa parentesi negli Stati Uniti come una rinascita e una nuova opportunità. E’ vero che sparire dai radar francesi per sei mesi comporta un rischio per la mia carriera, so che gli allenatori dei Top 14 non si alzeranno la notte per guardare le partite… Ma ehi, io’ Sono piuttosto ottimista nel trovare qualcosa prima di salire sull’aereo. Ma in caso contrario, quello sarà il mio percorso di vita. In ogni caso non chiudo nessuna porta.
Senegal
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