I tifosi del Gottéron forse non sono lettori di Søren Kierkegaard, ma molti di loro hanno provato paura e tremore prima della partita contro lo Zugo, quinto in classifica. I Dragons, per una volta, non hanno tremato regalandosi un successo per 4-1 che ha posto fine ad una serie di tre (preoccupanti) sconfitte consecutive.
Dopo un primo terzo francamente insipido, Linden Vey ha acceso la prima miccia, letteralmente: il canadese non ha segnato il suo primo punto con la maglia del Friburgo? Questo successo su un gioco di potere ha lanciato i Dragons, che hanno raddoppiato con De la Rose, che ha approfittato di un errore giovanile di Simmchen, sostituendo il solito titolare Tim Wolf all’apice dei suoi 19 anni. Lo Zugo però non si dà per vinto e riduce il punteggio alla fine del terzo, anche lui con un power play, dopo un rigore largamente evitabile parato da Diaz.
Una fine controllata della partita, parola mia!
Ci chiedevamo se Gottéron avrebbe perso il controllo come ha fatto contro l’Ambri la scorsa settimana, ma non è stato così. I Dragons realizzano un rigore proprio all’inizio del terzo e riprendono slancio con Marchon che, con uno skate devastante, supera la retroguardia dello Zugo prima di fintare e battere Simmchen. 3-1 e l’altalena. I friburghesi hanno gestito il finale di partita in modo sovrano contro i giocatori della Svizzera centrale che negli ultimi dieci minuti si sono mostrati molto innocui. Schmid è stato poi premiato per la sua incessante attività aggiustando la gabbia vuota per il 4-1.
Ricorderemo l’interessantissima prestazione del trio Schmid-Vey-Bertschy, l’impatto di Streule e la solida partita di Berra, che ha respinto 26 dei 27 tiri inviati dallo Zougois sulla sua gabbia. I friburghesi risalgono temporaneamente all’undicesimo posto e ora si recano a Lugano con la ferma intenzione di confermare questo successo. A differenza di Sisifo, Gottéron riuscirà forse a rimettersi in carreggiata.
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