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Dall’Anderlecht ai Devils in una telefonata (e qualche anno di lavoro): “Mia madre ha pianto e ha riattaccato” – Tutto il calcio

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Killian Sardella è tornato all’Anderlecht con il suo nuovo status di nazionale belga. Ritorna su questa parentesi come ricompensa con i Diavoli.

È come il Diavolo Rosso quello Killian Sardella è stato invitato sul set di La Tribune ieri sera. Inizialmente fuori selezione, l’esterno dell’Anderlecht ha “approfittato” dell’infortunio di Joaquin Seys per unirsi al gruppo e ha addirittura giocato i suoi primi minuti (anzi, il suo primo minuto) nella partita contro Israele.

“Era davvero speciale. All’epoca essere un Diavolo era incredibile. Sono arrivato in un gruppo dove le energie non erano grandi, soprattutto dopo la classifica della Nations League. Da parte mia ho cercato di godermi il momento” ricorda .

L’emozione al momento della chiamata ad unirsi al gruppo

Sardella è entrato in selezione come in un sogno a occhi aperti: “Già essere in preselezione per me è stato un grande successo. Giocare con i Devils lo sognavo fin da quando ero piccolo. La generazione del 2014, 2016 e 2018 , è Lei che mi ha fatto sognare.”

Ricorderà per sempre le circostanze di questa prima convocazione: “Ho cercato questa selezione per molto tempo. Quando non sono stato scelto sono rimasto deluso ma quando finalmente è arrivata, ero molto orgoglioso. Ho chiamato mia mamma , ha pianto e mi ha riattaccato.

Basta per sperimentare dall’interno la realtà di un nucleo sempre più preso di mira dalle critiche: “È un gruppo giovane, una nuova generazione che gioca un nuovo sistema. È un gruppo che vuole, forse, che dall’esterno la gente non abbia questo impressione ma tutti i giovani hanno voglia di vivere i loro anni di gloria. E’ un gruppo che ha delle qualità.

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