Tremano i muri di casa dei Montreal Canadiens.
L’allenatore del Laval Rocket, Pascal Vincent, si sta affermando sempre più come una figura imprescindibile, e il suo nome è sulla bocca di tutti quando si parla del futuro di Martin St-Louis.
In una recente intervista con il podcast Moglie dell’hockey, Vincent accenna al suo sogno più grande: vincere la Stanley Cup, a Montreal.
Questa semplice ammissione ha risuonato come un grido di battaglia per coloro che credono che il CH meriti di meglio delle lezioni di vita e dell’improvvisazione tattica sottilmente velata.
Quando gli è stato chiesto quale preferirebbe tra una medaglia d’oro olimpica e una Stanley Cup, Vincent ha esitato prima di rispondere francamente: “La Stanley Cup… a Montreal. »
Questa scelta non è stata banale. Tradisce una chiara ambizione e il desiderio di prendere le redini di una squadra che vede già come il suo destino.
Se alcuni la vedono come una semplice dichiarazione patriottica, altri leggono un messaggio sottile: è pronto.
A differenza di Martin St-Louis, Vincent è andato a scuola. Dal QMJHL alla NHL, passando per l’AHL, ha scalato le classifiche uno dopo l’altro.
Ha sperimentato il terreno, le lotte, i fallimenti e le vittorie che forgiano un vero allenatore. St. Louis, dal canto suo, è passato direttamente dal bantam alla NHL, una traiettoria che, sebbene all’inizio sia stata applaudita per il suo coraggio, sta iniziando a sembrare un errore di casting.
Le critiche a St. Louis continuano ad accumularsi. Il suo approccio semplicistico, la gestione spesso caotica dei giocatori e la sua incapacità di imporre una solida struttura difensiva lo rendono un bersaglio facile.
Nel frattempo, Pascal Vincent è visto come l’anti-St Louis: metodico, disciplinato e ancorato a sistemi collaudati.
Laddove St-Louis predica la pazienza senza fornire risultati tangibili, Vincent ispira rigore e rispetto.
Sotto la guida di Vincent, il Laval Rocket sta vivendo una stagione eccezionale, con un record di 13-3-1. Al contrario, i Montreal Canadiens continuano a sprofondare nella mediocrità, oscillando tra prestazioni incoraggianti e umiliazioni pubbliche.
Il contrasto è netto e i fan stanno iniziando a chiedersi perché un’organizzazione in ricostruzione non si avvale di un allenatore che sappia come vincere.
Al di là delle performance, una domanda brucia sulle labbra: Kent Hughes sta sacrificando Martin St-Louis?
Rifiutando di rafforzare la squadra con acquisizioni giudiziose, sia tramite rinunce che sul mercato commerciale, Hughes sta inviando un messaggio chiaro: il futuro viene prima del presente.
Ma a quale costo? St-Louis, già sotto pressione, si ritrova isolato, senza gli strumenti necessari per avere successo.
Hughes, con i suoi scambi discutibili – Barron per Lehkonen, Newhook per una scelta al primo e al secondo giro – e il suo rifiuto di muoversi sul mercato commerciale, sembra porre le basi per un inevitabile licenziamento da St. Louis.
Perché dargli un contratto da 5 milioni all’anno fino al 2027 se non per renderlo il perfetto capro espiatorio quando la marea cambierà?
In questo contesto, Vincent sembra essere una soluzione logica e attraente. Originario di Laval, incarna i valori del Quebec di impegno e disciplina.
Conosce i segreti della NHL e ha dimostrato di poter ottenere il meglio dai suoi giocatori. Il suo successo con i Rocket non è passato inosservato, e il suo profilo corrisponde a ciò che il CH cerca disperatamente: un allenatore capace di far crescere i giovani imponendo al contempo una struttura solida.
Il sogno di Pascal Vincent di vincere la Stanley Cup a Montreal non è solo una semplice aspirazione. È una sfida che è pronto ad accettare, e la pressione su Kent Hughes affinché consideri un cambiamento dietro la panchina non farà altro che aumentare.
Nel frattempo, Martin St-Louis, abbandonato dal suo direttore generale e criticato da tutte le parti, sprofonda ogni giorno sempre più in una situazione insostenibile.
Se il canadese vorrà davvero tornare ad essere una squadra che si rispetti, dovrà prendere decisioni coraggiose. E sostituire St-Louis con Vincent potrebbe essere il primo passo verso un futuro più promettente.
Il tempo delle scuse è finito. È giunto il momento di una vera rivoluzione dietro la panchina.
Se Pascal Vincent non è stato attento nelle sue dichiarazioni pubbliche durante questo podcast, la sua intervista a Rodger Brulotte, pubblicata su Le Journal de Montréal, assomiglia ancora di più a una vera e propria lettera di candidatura per il posto di capo allenatore dei Montreal Canadiens.
Brulotte, con il suo stile incisivo, ha steso il tappeto rosso per Vincent, offrendo al coach dei Rocket una piattaforma per esporre la sua filosofia, le sue ambizioni e, soprattutto, il suo desiderio di guidare una squadra della NHL.
In questa intervista Brulotte non si limita a porre domande; dipinge un ritratto lusinghiero di Vincent, presentandolo come un candidato naturale a succedere a Martin St-Louis.
“Hai studiato hockey. Sai cosa serve per vincere. Siete pronti ad affrontare una sfida di questa portata? » chiede con insistenza Brulotte, mettendo Vincent nella posizione in cui le sue risposte risuonano come una promessa per il futuro.
Vincent, senza mai attaccare direttamente St-Louis, suggerisce di essere l’uomo adatto al lavoro.
“Il mio percorso mi ha insegnato che in questo campionato nulla è lasciato al caso. Devi avere un piano, una struttura e la disciplina per eseguirlo. Credo che i giocatori vogliano un quadro chiaro, dove possano esprimersi sapendo di avere delle responsabilità. »
Attraverso questa intervista, Vincent non risparmia i difetti che, secondo lui, rallentano il progresso di una squadra in ricostruzione come quella canadese.
Senza nemmeno nominare Martin St-Louis, i suoi commenti sulla necessità di un “quadro chiaro” e di una “disciplina tattica” suonano come una critica mascherata all’approccio più istintivo e improvvisato dell’attuale allenatore del CH.
Brulotte, che sembra essersi schierato dalla parte di Vincent, rafforza questa impressione ricordando i successi dell’allenatore di Laval. Sottolinea in particolare i suoi esordi nel QMJHL, dove è stato nominato direttore generale e allenatore dell’anno, il suo periodo di successo in AHL e persino la sua esperienza in NHL con le Blue Jackets.
“Avete dimostrato di sapervi adattare a tutti i livelli. È raro nell’hockey di oggi”.nota Brulotte, suggerendo che Vincent ha un background che St-Louis non può eguagliare.
Pascal Vincent non si ferma a questa singola intervista. Aumenta le sue apparizioni su diversi media, utilizzando ogni piattaforma per rafforzare la sua immagine di candidato serio pronto a fare il passo successivo.
Questa strategia ben calcolata pone Vincent al centro delle discussioni sul futuro del canadese. Ogni intervento, ogni intervista, sembra voler ricordare che lui non solo è a disposizione, ma anche la scelta logica di portare un certo rigore dietro la panchina del Montreal.
Nella sua intervista con Brulotte, Vincent sviluppa anche la sua visione dell’hockey moderno.
“I giocatori di oggi vogliono sapere perché stanno facendo quello che gli viene chiesto di fare. Devi essere un comunicatore, ma anche un educatore. Ogni giocatore deve comprendere il proprio ruolo e come si inserisce nel sistema generale. »
Questo approccio contrasta con le critiche spesso rivolte a Martin St-Louis, accusato di fare affidamento sui talenti individuali senza offrire un quadro strutturato.
“Credo che un buon allenatore debba adattarsi ai suoi giocatori rimanendo fedele ai suoi principi. La flessibilità tattica è essenziale, ma deve poggiare su basi solide. »
Con le sue ripetute uscite mediatiche, Pascal Vincent manda un messaggio chiaro: è pronto ad accettare la sfida di guidare i Montreal Canadiens.
Mentre Martin St-Louis continua a dover affrontare critiche alla sua gestione e ai suoi risultati, Vincent si posiziona abilmente come un’alternativa credibile, se non necessaria.
L’intervista con Rodger Brulotte, così come i suoi interventi su altri media, mostrano un uomo determinato a prendere il suo posto.
E se le sorti del canadese dovessero cambiare, Pascal Vincent potrebbe essere colui che incarnerà la prossima fase della storia della squadra.
Il Journal de Montréal e i suoi collaboratori sembrano aver scelto il loro campo. Il loro sostegno a Vincent, discreto ma costante, non fa altro che aumentare la pressione su Martin St-Louis e Kent Hughes.
Se i risultati non arriveranno rapidamente, è sempre più probabile che Vincent diventi il volto di un nuovo inizio per gli Hab.
E se fosse stato lui a riportare la Stanley Cup a Montreal?
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