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Arnaud Bodart torna a giocare nello Standard: “Ci sarò sempre per il club che amo”

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Cosa ricordare dallo Standard – Cercle Bruges (1-0)

Epolo in panchina, Bodart in porta, ma il maggiore è stato bravissimo quando, nel giro d’onore, ha messo in risalto il fratello minore, mentre, nella tribuna degli Ultras, ai canti per festeggiare il ritorno di Bodart seguivano cori di sostegno. di Epolo. Ivan Leko, dopo la partita, ha confermato tra le righe che il Diavolo Rosso resterà in porta anche per l’immediato futuro quando ha detto, a proposito del Diavoletto: “lavoreremo con lui per programmare una ripartenza, il tempo per alleggerirlo dalla pressione”.

Arnaud Bodart è stato abbastanza intelligente da mettere in risalto suo fratello minore, Matthieu Epolo. ©TSI

Pochi minuti prima, il tecnico croato non aveva apprezzato che gli fosse posta la prima domanda in conferenza stampa sulla prestazione di Bodart, volendo mettere in risalto prima la sua squadra, poi le sue singole persone. Ma ha elogiato il comportamento del suo titolare della serata, che non ha potuto più allenarsi quotidianamente con il gruppo, ma che ha mantenuto un atteggiamento serio. “Quando gli ho chiesto se fosse pronto, ha detto che è sempre pronto. Ha portato serenità e tranquillità alla squadra, con due parate importanti”. Uno davanti a Miangue, al prezzo di un pallone ricevuto in faccia; un altro davanti a Denkey. Anche il suo gioco aereo è stato rassicurante, permettendo allo Standard di finire la sua prima partita senza subire gol dopo il pareggio (0-0) contro l’Union del 20 settembre.

gabbiano

Ci sarò sempre per il club che amo.

Interrogato dalla Lega Pro nel post-partita, Bodart ha commentato sobriamente la sua prestazione: “È bello ed è bello, perché mi è mancato. Il ritorno allo stadio, il ritorno in campo, il sostegno dei tifosi, che sono sempre stati lì a sostenermi fin dal mio esordio. Ma sono particolarmente fiero della vittoria della squadra, ci tengo soprattutto a mettere in risalto il collettivo, più di me.”

Standard: si rilancia il dibattito sui portieri

Il portiere è stato attento a non soffermarsi sulle settimane e sui mesi passati, quando deve essere stato nell’ombra, senza una reale prospettiva per il futuro mentre era all’ultimo anno di contratto. La sua paternità, da aprile, lo ha aiutato a mettere le cose in prospettiva e ha spesso ripetuto a chi gli stava vicino che la situazione vissuta gli sarà utile in seguito. Scivolò ancora: “Quando ci sarà bisogno di me sarò sempre lì per il club che amo”. Al termine del riscaldamento, aveva già baciato lo stemma del club nel salutare i tifosi, prima di entrare negli spogliatoi.

Bodart, figlio del club, è legato allo Standard, ma sa che il suo futuro non si scriverà necessariamente con Rouches. Nell’immediato si concentrerà quindi sul futuro, fino alla fine dell’anno solare e in attesa del mercato invernale, anche se assicura di non programmare troppo, come quando si trattava di questo ritorno all’obiettivo. La conferma del suo mandato l’ha avuta solo sabato mattina, anche se un indizio lo aveva avuto il giorno prima, durante l’ultima opposizione. Ma Bodart non vuole più anticipare, o ben poco, anche se dovrebbe avere, con le poche partite che verranno, occasione per ricordarsi bene di tutti.

I tifosi lo aspetteranno ancora quando lascerà Sclessin, senza dubbio. E spera di continuare a sorridere il più a lungo possibile, ora che è tornato alla luce.

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