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Per la prima volta due asiatici si affrontano al Campionato mondiale di scacchi

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L’indiano Gukesh Dommaraju, 18 anni, qui il 24 settembre a Chennai (ex Madras), in India, è al 5° posto nel mondo. R. SATISH BABU / AFP

Nel 1886, in diverse città degli Stati Uniti, si svolse il primo campionato mondiale ufficiale di scacchi che vide il trionfo, per 10 vittorie a 5, dell’austriaco Wilhelm Steinitz contro il polacco Johannes Zukertort. Due europei. Da allora ogni partita per il titolo supremo ha visto la partecipazione di almeno una rappresentante del Vecchio Continente. Questa “regola” cadrà poco dopo essere stata in vigore per centotrentotto anni.

Nel 2024, infatti, il motomondiale vedrà sfidarsi per la prima volta due asiatici: il campione del mondo in carica, il cinese Ding Liren, 32 anni, e il giovane indiano Gukesh Dommaraju, di soli 18 anni. Dotata di 2,5 milioni di dollari e sponsorizzata principalmente da Google – ancora una volta, una prima assoluta – la partita si disputerà a Singapore in quattordici partite, la prima delle quali è prevista per lunedì 25 novembre.

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I tempi sono lontani dalla supremazia dell’URSS e poi della Russia sulle sessantaquattro piazze. Il baricentro degli scacchi si sta spostando da tempo verso l’Asia, il continente dove il gioco è nato. Il titolo mondiale vinto da Ding Liren nel 2023, il primo ottenuto da un cinese, è stato il segnale recente più lampante. Ma abbiamo potuto individuare con largo anticipo un movimento fondamentale nello sviluppo della disciplina nei due paesi più popolosi del mondo.

I cinesi detronizzarono i sovietici

La Cina ha quindi pazientemente messo in atto un sistema in stile sovietico, con l’individuazione precoce dei talenti. Una politica che ha dato i primi frutti tra le donne. Nel 1991, Xie Jun pose fine all’egemonia sovietica e divenne il primo di una lunga lista di campioni del mondo cinesi: Zhu Chen, Xu Yuhua, Hou Yifan, Tan Zhongyi e Ju Wenjun che detiene il titolo dal 2018. Oggi, nel Nella classifica femminile stabilita dalla Federazione Internazionale degli Scacchi (FIDE), i primi quattro posti sono occupati da donne cinesi.

Da parte indiana, il pioniere e il motore dello sviluppo degli scacchi è stato senza dubbio Viswanathan Anand che, dopo diversi tentativi infruttuosi e in particolare una sconfitta contro Garry Kasparov nel 1995, ha conquistato la corona mondiale nel 2007. Non l’ha ceduta che nel 2013 a colui che è il giocatore più prodigioso dell’inizio del XXIe secolo, il norvegese Magnus Carlsen.

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Ancora attivo: a 54 anni, “Vishy” Anand ne ha 10e giocatore mondiale -, la “Tigre di Madras”, come viene soprannominato, ha ispirato numerosi talenti e abbiamo assistito a un’abbondante fioritura di grandi maestri indiani, tra cui il giovane Gukesh Dommeraju, Erigaisi Arjun (21 anni) e Rameshbabu Praggnanandhaa (19 anni). Nell’ultima classifica FIDE, pubblicata all’inizio di novembre, nei primi venti posti figuravano cinque indiani.

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