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“Un po’ brutto”, Ancelotti si rammarica delle speculazioni sulla salute mentale di Mbappé

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Carlo Ancelotti vola ancora una volta in aiuto del suo attaccante di punta. Sabato l'allenatore del Real Madrid ha giudicato “brutto” “speculare” sulla salute mentale di Kylian Mbappé, assente dal raduno della Francia per la seconda volta in due mesi e coinvolto in questioni extra-sportive.

“Che domanda… non ho l’impressione che abbia problemi di salute mentale. Lo vedo felice di essere qui. Se è così non lo dimostra, ma trovo che speculare su problemi di questo tipo sia un po' brutto”, ha detto Ancelotti in conferenza stampa alla vigilia della sfida di Liga contro il vicino Leganés.

Passaggio pessimo

In difficoltà a livello sportivo con il Real Madrid, Mbappé non è stato convocato – per la seconda volta consecutiva – dal tecnico dei Blues Didier Deschamps, ritenendo che “era meglio così”.

Interrogato più volte durante l'intervallo sui motivi di questa decisione, Deschamps ha menzionato il “fragile stato psicologico” del suo capitano, che sta attraversando un brutto periodo dentro e fuori dal campo (Euro fallito, disputa finanziaria con il PSG, accuse di stupro denunciate) dalla stampa svedese).

“È motivato, felice”

Il tecnico del Real Madrid Carlo Ancelotti ha voluto rassicurare, credendo che questo brutto periodo “finirebbe” domenica a Leganés: “Ci sono sempre passaggi brutti, ci sono stati tutti i grandi attaccanti. Ma è motivato, felice, questo è tutto quello che vedo. Questo brutto periodo finirà, sono convinto che domani farà una grande partita e che tutto questo finirà. Ha qualità straordinarie, è solo questione di tempo”, ha sostenuto il tecnico italiano.

Mbappé, secondo il suo allenatore, ha approfittato di questa tregua per “migliorare la sua condizione fisica”, formula già utilizzata il mese scorso quando l'attaccante francese non era convocato con i Blues per recuperare dall'infortunio muscolare alla coscia sinistra. “Si è allenato bene. Lui ha lavorato con gli altri, noi ci siamo concentrati soprattutto sulla linea difensiva. Ma ha davvero bisogno di lavorare in modo offensivo? Non credo. Non ho bisogno di spiegargli come attaccare, piuttosto è lui che può farlo”, ha spiegato Ancelotti.

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