In una lunga intervista a GQ, Thierry Henry, ex allenatore della squadra olimpica francese, medaglia d’argento quest’estate ai Giochi Olimpici di Parigi del 2024, si rammarica del fatto che non venga assegnato alcun fascino agli allenatori e ai membri dello staff.
“Mi vengono i brividi solo a pensarci…” Thierry Henry non dimenticherà mai questo 9 agosto 2024. Quel pomeriggio, nonostante una sconfitta e una partita completamente folle contro la Spagna nella finale del torneo di calcio delle Olimpiadi di Parigi 2024 (5-3 , ap.), l’allenatore della squadra olimpica francese ha vissuto uno dei momenti più belli della sua carriera. Completamente preso dall’evento, l’ex Gunner antepone i Giochi al trionfo dei Blues ai Mondiali del 1998, vista la presenza dei suoi figli sugli spalti del Parco dei Principi. Digerita in fretta la sconfitta, dopo la finale ha radunato attorno a sé i suoi giocatori con un messaggio da trasmettere loro: “Non vergognatevi, non siate delusi, avete tutto il mio rispetto”.
“Perché nemmeno gli allenatori di Léon Marchand e Teddy Riner hanno ricevuto medaglie?”
Poi è arrivato il protocollo. I suoi giocatori hanno ricevuto una medaglia d’argento. Ma non lui. “Non lo vedranno perché non ne ho uno”, ha scherzato nella zona mista dopo aver elencato le persone che intendeva andare a vedere, compreso suo padre, dopo le Olimpiadi. Tre mesi dopo, Thierry Henry non è più l’allenatore degli Espoirs ma l’assenza di una medaglia per l’allenatore e soprattutto per lo staff francese è ancora per lui una regola così incomprensibile: “Ho fatto qualche piccola battuta davanti ai giornalisti quando Mi è stato chiesto dove fosse la mia medaglia dopo la finale perché era ‘divertente’, ma ha fatto male più al mio staff che a me”, ha confidato a GQ. “A dire il vero, trovo che sia contrario allo spirito olimpico. Perché anche gli allenatori di Léon Marchand e Teddy Riner non hanno ricevuto medaglie”, si chiede prima di difendere la causa di chi lavora all’ombra degli atleti.
“Fin dall’inizio della competizione continuavamo a ripeterci ‘stiamo insieme’, e alla fine non è stato così”.
“Una vittoria o una medaglia è il premio di un gruppo con i suoi giocatori, ma anche quello del suo preparatore atletico, del suo assistente, del suo medico e dei suoi fisioterapisti, che vanno a letto alle 4 del mattino e poi si alzano alle 8, non hanno la Stessi stipendi dei giocatori e meritiamo anche una medaglia Dall’inizio della competizione continuavamo a ripeterci ‘stiamo insieme’, e alla fine non era così. Rimpianti e un po’ di amarezza che non cancelleranno però per sempre questa parentesi incantata scolpita per sempre nella memoria dell’ex più grande cannoniere della Francia.
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