Vittima di un violento attacco durante la finale della Coupe de France tra OL e PSG, Anissa sente crescere lo stress prima dell’udienza del 4 dicembre. Il suo avvocato chiede inoltre alla Procura di perseguire penalmente l’autore dei colpi per il saluto nazista, nonché il suo aiutante per lo stesso motivo.
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“Sono stressato, ho paura di sapere come andrà. Voglio essere lì, combattere la mia battaglia e allo stesso tempo ho paura di trovarmi faccia a faccia con lui“.
Queste parole sono quelle di Anissa due settimane prima del processo contro il suo aggressore, che l’ha colpita violentemente durante la finale della Coupe de France del 25 maggio 2024. I fatti si sono svolti in prima fila nella fan zone che si è svolta a allo Stadio Groupama di Décines (Mét. de Lyon) e sono state riprese con i mezzi tecnici di OL TV, come possiamo vedere nel servizio che segue.
durata del video: 00h01mn03s
Vittima di un violento attacco durante la finale della Coupe de France tra OL e PSG, Anissa sente crescere lo stress prima dell’udienza del 4 dicembre. Il suo avvocato chiede inoltre alla Procura di perseguire penalmente l’autore dei colpi per il saluto nazista, nonché il suo aiutante per lo stesso motivo.
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©FranceTV
Un attacco di cui non c’è dubbio il carattere razzista per l’avvocato della giovane, Maître Tammouz Al Douri. All’inizio dell’incontro, infatti, l’aggressore e uno dei suoi complici hanno fatto il saluto nazista, e uno dei parenti – al momento non perseguito – ha tentato di strappare il velo all’amica di Anissa.
Inoltre, Me Al Douri ha chiesto al pubblico ministero di ampliare il procedimento penale per questi motivi contro il principale aggressore – implicato solo per atti di violenza – e la persona che lo accompagnava, per ora non perseguita.
Anissa vive ancora con il trauma del suo violento attacco. Pur essendo grata alla società di calcio per averla sostenuta dopo la dura prova, confessa che non esce più. “È casa-lavoro, lavoro-casa” spiega prima di aggiungere che ora ha paura di confrontarsi con la folla.
Quindi, vede il processo arrivare con un’ondata di ansia. Ma, confida”Voglio essere lì, essere presente per combattere la mia battaglia. In modo che questo genere di cose non si ripeta“
Sostenuta dalla sua famiglia e dai suoi amici, spera di trovare la pace dopo il processo e di ricostruire la sua vita di giovane donna di 25 anni a cui piaceva uscire ma che, 6 mesi dopo gli eventi, vive ancora nella paura.
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